“Juventus. I più grandi calciatori” (Raffaello Ragazzi, 2021), è un libro scritto dal caporedattore di Tuttosport, Guido Vaciago, ospite, venerdì 2 luglio, dello Juventus Club ”Giovanni Agnelli” di Andria. Ringraziando il presidente, Francesco Nicolamarino, e il responsabile Club Doc Puglia, Fabio Attimonelli, ho avuto l’onore di moderare l’evento che ha visto anche la presenza di Federica Cappelletti, moglie del compianto Pablito Rossi, facendomi rilasciare da loro un’intervista esclusiva per Odysseo

Ciao, Guido. Dal 1897 ad oggi la Juventus ha annoverato tra le sue fila tantissimi campioni. Perché hai scelto di raccontarne solo diciotto?

Innanzitutto perché ne sarebbe venuta fuori un’enciclopedia infinita (ride). Ho provato a raccontare le storie più interessanti, i grandi sogni di piccoli giocatori che, crescendo, avrebbero lasciato il segno nel calcio. Sappiamo, così, che Del Piero era solito rompere tutto ciò che aveva in casa con il pallone, o che Cristiano Ronaldo si occupava della sua famiglia, fin dalla tenera età, avendo perso presto suo padre.

Cosa accomuna questi fuoriclasse di diverse epoche?

La costanza, l’ambizione e il desiderio di non mollare mai. Vedi, ho conosciuto, fra gli altri, Zinedine Zidane. Talento straordinario, in allenamento si esibiva con numeri da circo. Ciononostante si impegnava al massimo per migliorare giorno dopo giorno. L’ho ritrovato come allenatore con la stessa voglia di vincere. I grandi campioni si distinguono soprattutto da questa attitudine!

Quale approccio hanno i genitori verso i figli che si affacciano al mondo del calcio?

Il più delle volte, ahimè, sbagliato. Molti genitori si illudono di avere bambini con la qualità di Messi o Mbappè ma il loro modo di fare risulta deleterio e finisce per ostacolare la carriera di questi ragazzi, addossandola di pressioni ingiustificate. I giovani devono pensare a divertirsi.

Salve, Sig.ra Cappelletti. Il disincanto di Paolo Rossi fa parte di una poesia sportiva che non esiste più?

Spero di no ma credo di sì. A Paolo mancava l’odore dell’erba. Lui era un buono, un sognatore, ha incarnato l’aspetto bello del calcio, l’idea che tutti possono farcela. Paolo era uno di noi…

Di cosa si occupa la Paolo Rossi Academy?

Di garantire un futuro a tutti i giovani calciatori, non tralasciando, però, l’importanza dell’istruzione scolastica. Uomini prima ancora che calciatori. E’ questo il testamento di mio marito Paolo.


Articolo precedenteUna via d’uscita (Inferno, XXXIV)
Articolo successivoMessa a Pechino
Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.