La vera meraviglia consiste nel fatto che ci sia chi continua a credere

“Ho combattuto la buona battaglia ed ho conservato la fede”: a dirlo non è un neofita, ma il grande Paolo di Tarso, apostolo delle genti. Verrebbe da dire: un grande come lui potrebbe dunque perdere la fede?

A farmi riflettere su ciò è stato un amico, colpito dal fatto che, un genio come Paolo, sistematizzatore e incomparabile teologo del pensiero cristiano, arrivasse a tale paradossale affermazione.

Il più grande credente, in Gesù Cristo, vive la fatica della fede o per meglio dire, con il suo linguaggio attinto alla tradizione biblica, la battaglia spirituale. Per Paolo, infatti, la fede è uno scudo attraverso il quale difendersi dai dardi del maligno e la vita è un vero e proprio combattimento nello spirito.

Vincere è conservare ciò che si ha, vittoria è non perdere la fede, alimentandola alla fonte della Parola, custodendola fino al dono della propria vita. Questa affermazione mi fa pensare alla fragilità ed alla semplicità della fiammella di una candela. Durante il rito di battesimo si usa far accendere una candela al cero pasquale, simbolo della fede, fiamma che si deve alimentare. La fede è una semplice fiammella, da custodire, da conservare.

Non deve fare dunque meraviglia il fatto che tanti perdano la fede, se si spegne con facilità una candela. Non deve fare meraviglia il fatto che non c’è timor di Dio. Non deve fare meraviglia sentire che c’è ateismo ed incredulità.

La vera meraviglia consiste nel fatto che ci sia chi continua a credere. L’autentico stupore sta nel fatto di poter contemplare una umanità che, nonostante un’esistenza paragonabile ad una valle di lacrime, è avvolta da un oceanico amore. L’incanto consiste nel fatto che, nonostante il male dell’uomo, c’è chi continua a credere in questa umanità.

Non bisogna dunque meravigliarsi se, non di rado, la fede vacilla per varie prove, ma custodire l’essenziale. Fede, nel mondo biblico. è stabilirsi sulla roccia. Per chi poggia la vita in Cristo, nonostante i terremoti esistenziali o spirituali, non si affonda nel dubbio, non si resta affogati nelle innumerevoli incertezze. La fede è tale proprio per il fatto che attraversa l’oscurità della notte interiore.

Possa ognuno combattere, come Paolo, la propria battaglia, fino in fondo, custodendo la fede in Dio, se è credente,  o la fiducia e l’amore per questa umanità, chiave che apre la porta della vita autenticamente realizzata.