
Un flashback, un ritorno al passato, ai vecchi aneddoti della Rydell High School,il tutto però ambientato ad Andria. Lo spettacolo che la “Compagnia Hurricane” ha portato in scena presso l’Auditorium Mons. Di Donna, di Andria, ha vissuto, in tutte le sue repliche, sul sottile equilibrio della parodia in salsa andriese.
“Greeze”, infatti, nasce da un’idea del regista e attore Vincenzo Tondolo, autore della rivisitazione comica di un musical che ha fatto storia. Il plot è sempre lo stesso e trae spunto dal film originale di Randal Kleiser: gruppi di ragazzi e ragazze che, scontrandosi in una battaglia generazionale impreziosita da lotte di sesso e supremazia, trovano un punto di contatto nelle sentimentali dinamiche di un amore tutto da scoprire ed inventare.
Il cast, tutto da ridere, è capitanato dallo stesso Tondolo nel ruolo del protagonista Danny Zuko, ribattezzato dagli amici “Zuccotto”, epiteto campanilistico di un bullo bonaccione sempre con la battuta pronta. Il cuore di Zuccotto batte per Sandy, pura e ingenua matricola del college. Una complicità, quella tra Sandy e Zuccotto, trasferita sul palcoscenico dalla vita reale, dalla relazione coniugale che unisce Vincenzo e Betty (la Sandy di “Grease”, appunto).
Il tutto condito da sketch che rispolverano i fasti del passato, una brillantina che ha dato il titolo ad una pellicola cult, una pièce teatrale che, attraverso la compiutezza di un copione rielaborato in maniera geniale, educa alla cultura della proprie radici, di una lingua da non sconsacrare ma, anzi, da conservare nel cassetto della tradizione secolare pugliese.
Il lavoro della “Compagnia Hurricane” ricalca, perfettamente, le orme dei grandi commedianti; punge in modo caustico senza per questo risultare volgare, intrattiene senza annoiare, rigetta la banalità dei dialoghi con freddure del quotidiano che, per forza di cose, ci appartengono.
“Greeze- parodia di un musical” si pone come fine quello di testimoniare la lenta leggerezza degli incontri, una bell’epoque contaminata, ormai, dalla tecnologia, un whatsapp sussurrato sul palco ma non ancora arrivato nelle tasche di noi moderni, è l’avanguardia dialettale di valori assolutamente da non perdere, proprio come questo recital.