Da sempre appassionato di regia, Giovanni Cicco, seppur giovane, non smette mai di indagare le sfumature dell’arte, creando ponti fra cinema e musica, fil rouge che il suo idolo Checco Zalone ha raccontato con comicità ed allegria armonica. Giovanni ha diretto ed interpretato “Lo sto sognando”, cover del grande Luca Medici, un brano tutt’altro che scontato e superficiale.

Ciao, Giovanni. Perché hai deciso di incidere una cover del brano di Checco Zalone, “Lo sto sognando”?

Ci siam visti l’ultima volta qui su Odysseo circa tre anni fa, quando ho realizzato il mio cortometraggio “Mister N”, ne è passato di tempo e sono cambiate molte cose da allora. C’è stata di mezzo una pandemia che ha un po’ stravolto le vite di tutti noi, chi in un modo chi nell’altro. Ecco, la canzone “Lo sto sognando” è parte di un percorso personale. Chi mi conosce per davvero sa della mia forte passione per Checco Zalone, alias Luca Medici. Lo seguo sin dai tempi di Zelig Off. In molti si ricorderanno delle sue divertenti parodie da cantante neomelodico, poi il suo personaggio si è evoluto, sino a toccare vette stellari nel mondo del cinema, e tutti noi conosciamo il suo ultimo capolavoro cinematografico “Tolo Tolo”. La cover del brano “Lo sto sognando” è tratta dal suo primo film “Cado dalle nubi”, in cui Checco, giovane cantante, dopo una grande delusione d’amore, raggiunge suo cugino Alfredo a Milano, per ricercare il tanto agognato successo. È l’unico a crederci veramente, fa suo questo sogno credendoci fino alla fine, andando oltre ogni ostacolo che la vita gli pone davanti. Certo, poi sappiamo come va a finire: diventa un cantante di successo e trova l’Amore. Tra tutti i suoi brani musicali, questo è sempre stato il mio preferito, perché se pur pieno di quella ilarità anche “sgrammaticata” per certi versi, parafrasando la sua canzone, lui dice “amico mio, la vita è bella, continua il tuo sogno e vivrai per davvero!”, o per lo meno è quello che provo io riascoltando la sua canzone. La nostra vita è fatta di momenti pieni di luce e momenti pieni di buio. Ecco io ho voluto trasformare quel buio in una piccola luce. Il lockdown, le zone rosse non mi sono state affatto d’aiuto, mi sentivo chiuso in una bolla, così ho trovato un modo tutto mio di ricordarmi chi fossi, che sentimenti ed emozioni provassi, e così è nata la cover, all’inizio per gioco, tant’è che non sapevo come l’avrei potuta registrare. Così ho chiesto aiuto al mio caro amico Giuseppe e al suo staff di Studio32, studio di registrazione musicale presente qui ad Andria ed una mattina ho preso l’autoe sono andato, senza pensarci e senza dirlo a nessuno, anche perché non sapevo nemmeno io cosa stessi facendo. Quando ho indossato le cuffie, ho sentito scorrere in me un’adrenalina che non sentivo da tempo, la musica che attraversava le mie orecchie, e così ho cantato.
P.S. Chiedo sin da ora scusa per chi mi ascolterà cantare. Non studio canto, canto solamente sotto la doccia e non ho la voce di un usignolo. Spero però possiate apprezzare il messaggio che ho voluto dare attraverso la cover e il videoclip realizzato.

Musica e immagini: è questo connubio il segreto di una canzone di successo?

Non posso ritenermi un esperto in materia ma credo proprio di sì. Amo guardare i videoclip delle mie canzoni preferite su Youtube, e scorgere il tipo di regia che c’è dietro. Una bella canzone, in fin dei conti, nasconde un ottimo videoclip. Ed è per questo che ho avuto l’idea di girare un videoclip per la cover che ho registrato. In fondo, la mia vera passione è scrivere, amo il cinema e così ho messo su carta una piccola sceneggiatura. Non scrivevo da circa tre anni, come se col passare del tempo avessi capito, sbagliando, che non avessi più nulla da dire. Il problema era capire di cosa scrivere. La canzone parla di sogni, di amore e di speranza, mixati in un chilo di sana comicità, ecco io ho voluto, mantenendo lo stesso clima di comicità della canzone, seguire il percorso inverso avendo come minimo comune denominatore la “Disperazione”. Aspettate a tirar le somme pensando che abbia voluto dare appositamente una visione pessimista della vita: le sconfitte in amore, nel lavoro, nello studio, nello sport, potrei andare avanti all’infinito, ci formano come donne e uomini. Siamo esseri umani e, come tali, esseri fragili. Credo proprio che dalle nostre fragilità noi possiamo imparare molto, e arriverà il momento in cui potremo guardarci indietro, vittoriosi, sorridendo, gridando a chiunque ci ascolti “ce l’ho fatta!”, e poi c’è un antidoto per tutto questo…l’Amicizia. Questo piccolo progetto ha coinvolto degli Amici. Ringrazio il mio amico Amedeo, videomaker ed editor fantastico che da tempo mi sopporta in queste mie “pazzie artistiche”, Ignazio che da ottimo attore di teatro si è prestato a questo videoclip, puro e semplice divertimento tra amici, perché sì ci siamo davvero divertiti. Ringrazio tutti coloro che hanno dedicato parte del loro tempo per realizzare qualcosa che per me significa molto: Eligio, Pasquale, Martina, Camilla, Gianluca, Emanuele, Antonella, Leonardo, Mariantonella, Jacopo, Gianluigi, Francesco, Marco, Eliseo, Giuseppe, Daniele, Salvatore.

A cosa è dovuta la scelta di ambientare il corto/videoclip al Castel del Monte?

Ho voluto valorizzare un luogo importante per noi andriesi. L’idea mi è venuta quando una sera, la scorsa estate, sono stato lì con degli amici a guardare le stelle ed era in fase di costruzione la possibilità di poter registrare la cover. Come ho già detto la mia passione è il cinema, scrivere storie, così ho pensato di dare una trama a questo videoclip, unendo come abbiamo detto pocanzi, “Musica e Immagini”, realizzando un vero e proprio cortometraggio di circa 7 min. Mi serviva un pretesto per introdurre la canzone all’interno del videoclip, così mi son ricordato di un vecchio sketch comico fatto al liceo dai miei due amici Eligio e Pasquale, e ho pensato che i loro personaggi potessero essere un’ottima spalla comica al mio di ruolo. Ho così scritto una piccola scena comica, ispirandomi alle due figure che Eligio e Pasquale avrebbero interpretato, e alla fine abbiamo improvvisato tutto, come si suol dire “il bello della diretta”. Il Castello rappresentava, scenograficamente parlando, il luogo perfetto per realizzare quello che avevo in mente, è anche un luogo di ritrovo per noi giovani ed è un luogo di Bellezza della nostra storia, ed è giusto che questa Bellezza la si esalti, e spero che tutti noi ci siamo riusciti.

Di cosa avrebbero bisogno, a tuo parere, i giovani per sfondare nel contesto meridionale?

Bella domanda. Di tante cose, e se ci soffermassimo sull’ambito artistico, fra tutte direi “strutture”. Una città come Andria non ha un teatro, e mi permetto di parlare solamente di questo perché è l’ambito a me più vicino. L’arte è il modo più diretto per poter esprimere le proprie emozioni, ma molto spesso non ci è permesso. Serve concretezza, non solo belle parole che sento dire da parte di molti adulti, anche da parte di coloro che hanno delle responsabilità ben specifiche. E poi altra cosa importante: abbiamo tutti bisogno di credere in qualcosa, ma soprattutto di credere più in noi stessi, e questo vale per qualsiasi strada che ciascuno di noi deciderà di intraprendere nella propria vita. Crediamoci!

Progetti futuri?

Nel breve termine non saprei dirti, son contento di essere tornato in facoltà a Bari, dopo un anno e mezzo di Dad, e di aver rivisto cari amici che non vedevo da tempo, ed anche di aver stretto nuove amicizie. Sono concentrato sul mio percorso universitario, sono al quarto anno di giurisprudenza e quindi sono al “secondo tempo della mia personale partita”, non mi prefiggo nulla, vedremo quel che accadrà, sicuramente se avrò altro da scrivere, non ci penserò due volte e lo farò.
Prima di salutarti Miky, vorrei invitare tutti i lettori di Odysseo, a guardare il mio videoclip su youtube al link allegato, e che dire, sperovi piaccia, perché siamo un po’ tutti, piccoli e grandi, Sognatori. Buona visione. Un abbraccio.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.