
A fari spenti
Mentre ti guardo in questo nuovo video ringrazio quel dio che si occupa delle cose meno importanti che è capace di inventare sempre le cose più desiderate. Elodie.
Ci sono tanti dei, il cielo è uno, ma ogni uomo desidera a suo modo e si crea il divino che può aiutarlo ad attraversare la strada e tornare a casa dopo aver rubato anche un’ora di felicità, averla tirata fuori dai bidoni della spazzatura della vanità umana. E forse questo cielo non ha una fine ma solo un fine.
Elodie. Sei una invenzione umana quasi vicina alla perfezione. Servi tu e serve il cielo, il prato, l’albero, il mare, servono gli abbracci e i sorrisi, servono le parole e a volte i pugni. Hai il tuo posto tra le cose del mondo, sei necessaria.
Corri, apri quei occhi verdi, ti mostri senza pudore, fai un ballo un po’ senza senso con le mani e le braccia ma che importa, dopo averti vista tutto serve anche se non so a cosa.
Aspetta con me alla stazione della fortuna il treno che è sempre in ritardo, nel frattempo spiegami come puoi bastare a te stessa, io ci riesco poco.
Ci sono donne più belle, sicuramente, ma al mondo serve poter avere la sensazione che ci si può fermare un attimo e accontentarsi. Così tante strade da percorrere e a volte le stesse scarpe che puzzano di tentativi.
Se potessi intervistarti ti chiederei: hai mai visto il film “La leggenda del re pescatore” di Terry Gilliam? Uno dei protagonisti Jeff Bridges in un monologo rivolto a un giocattolo con la forma di Pinocchio, dice: “Tu l’hai mai letto Nietzsche? Dice che ci sono due tipi di persone al mondo. Persone che sono destinate alla grandezza come Walt Disney e Hitler. E poi ci sono quelli come noi. Lui ci chiamava gli scarti di fabbrica”.
Tu ti commuoveresti?
Hai conosciuto anche tu il dolore? Il padre che ti muore improvvisamente un’ora dopo che l’hai salutato per rientrare a casa dalla tua famiglia una sera di gennaio. l dolore che ti porta a scegliere una cassa ancora in pigiama in una agenzia tra gente che la morte la conosce per lavoro. E tu estraneo tra gli estranei, imprigionato con il cuore in gola in una emozione estranea.
La bellezza aiuta tutti noi a trovare un posto nel mondo.
La bellezza però può far sembrare il mondo in cui viviamo una macelleria, in cui si espone un pezzo di carne per perché sia desiderato. La bellezza crea la condanna dell’etero che deve esercitare il proprio testoterone. Crea la condanna del compulsivo che deve sognare su di un culo piuttosto che su di un cuscino, che deve penetrare per imparare a contare. Non è più questione del mancarsi, del cercarsi, del confrontarsi, del donarsi piacere: ci si conosce per chimica cerebrale e ormonale, ci si allontana per egoismo e immaturità. Riempire il buco del nulla dentro cui giriamo tenuti buoni dalla gravità dell’apparenza.
Mi chiedo se per la tua bellezza occorre essere un cantante, un calciatore, un pilota di moto o auto, un milionario, uno strafico con muscoli e tatuaggi? Ora sembro invidioso. Ho solo pochi muscoli tra le dita delle mani per tutti i libri letti. Curare il corpo è importante quanto curare la mente. Io deficio, dolosamente. Il sole e la pioggia possono cambiare le persone. Io sono cambiato e tu?
Tanti possono sembrare il castello vicino alla riva del mare, ma prima non dimenticassero di essere stati sabbia. E che alla sabbia servono le mani e la fantasia.
Ognuno fa della propria bellezza ciò che vuole e la bellezza aiuta a trasformare il mondo. Il mondo con me deve portare pazienza.
Ti chiederei se hai mai letto “La strada” di Corman McCarthy. Se hai mai letto le poesie di Nazim Hikmet. Alda Merini. Pasolini. Faulkner. Agota Kristóf. Fenoglio, Pavese, Calvino. Miracoli umani. I padri dell’umanità. Io sono solo un padre. Tu?
Ti chiederei di leggere. Ti chiederei se ascoltando Vecchioni o Fossati ti sei mai promessa di continuare a portare rispetto per l’insensatezza di questa vita.
Guarderei i tuoi occhi per capire se sono abbastanza profondi per quest’altra bellezza, la vita interiore. Non l’anima ma quello che cui ti aggrappi per sopravvivere quando tutto crolla. Il tempo non è mai gentile con lo stesso uomo più di una volta. Lo hai capito anche tu?
Ma tu esisteresti anche senza le mie domande, la bellezza ti farebbe da casa. Io e altri probabilmente dovremmo vagare senza sosta per poi accontentarci della Casa del Padre.
Ti chiederei se da vigliacca hai mai nascosto il cuore o l’hai dato tremando ad occhi chiusi per avere di più, inutilmente.
In questo sputo di mondo tu sei la bellezza.
Ma io ti chiederei se con una tuta e delle scarpe da ginnastica verresti con me a cercare di difendere questa umanità sopraffatta dagli imbecilli e dagli assassini.
Il video è finito. Mi giro per cercare chi può chiamarmi amore, è in casa assieme a me.