
«Il diritto societario è l’evoluzione moderna del brigantaggio: la tipologia di reato è identica, con l’unica differenza che i colpevoli guidano auto di lusso»
(Benjamin Stevenson da Tutti nella mia famiglia hanno ucciso qualcuno)
«A volte mi vengono pensieri che non condivido»
(Ennio Flaiano)
Pochi giornali, e qualcuno come insignificante trafiletto in penultima pagina, hanno dato spazio a una notizia assai interessante.
La Corte di giustizia di Lussemburgo, da non confondersi con la CEDU, ha condannato la sempre pregevole presidentessa della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per aver negato ad una giornalista del New York Times, Matina Stevis-Gridneff, l’accesso agli sms che l’ex ministra della Difesa del governo tedesco, retto dalla mai troppo rimpianta Angela Merkel, aveva scambiato con l’amministratore delegato della Pfizer ai bui tempi del Covid-19.
La giornalista aveva chiesto di conoscere gli sms scambiati tra von der Leyen e Bourla tra il 1 gennaio 2021 e l’11 maggio 2022, in base al regolamento relativo all’accesso ai documenti, con l’intento di indagare sulle accuse di scarsa trasparenza nelle contrattazioni per la fornitura di un enorme quantitativo di vaccini tra l’UE e la Pfizer. Non vi fa strano che si facciano trattative di contratti così onerosi per sms?
La von der Leyen aveva risposto che le era impossibile soddisfare la richiesta poiché non più in possesso degli sms in oggetto.
La Corte di Giustizia le ha ricordato che, per il diritto alla trasparenza, tutti gli atti che documentano l’operato degli organi UE devono essere accessibili a chi ne faccia richiesta (ergo, che devono essere conservati?), sia pure si presuma veritiera l’affermazione, fatta dall’organo interpellato, di non essere più in possesso di detti atti. E, tuttavia, la presunzione può essere superata sulla base di elementi pertinenti e concordanti forniti dal richiedente, come nel caso di specie.
Per i giudici “la Commissione non può limitarsi ad affermare di non essere in possesso dei documenti richiesti, ma deve fornire spiegazioni credibili che consentano … di comprendere perché tali documenti siano irreperibili”. Inoltre, “la Commissione non ha sufficientemente chiarito se i messaggi di testo richiesti fossero stati eliminati e, in tal caso, se l’eliminazione fosse stata effettuata volontariamente o automaticamente …”. Infine, “la Commissione non ha neppure spiegato in modo plausibile perché ha ritenuto che i messaggi di testo scambiati nell’ambito dell’acquisto di vaccini contro il Covid-19 non contenessero informazioni sostanziali o che richiedessero un monitoraggio di cui dovesse essere garantita la conservazione”. Già, chissà perché …
Da notare che la Corte di Giustizia non obbliga, con questa sentenza la “donna più potente” dell’UE a fornire il testo della chat tra lei e Bourla, ma a motivare meglio perché non sia in grado di metterlo a disposizione della giornalista.
A questo punto chi legge si starà chiedendo cosa abbia mai stuzzicato la curiosità di Matina Stevis-Gridneff, tanto da rivolgersi al supremo organo di giustizia dell’Unione Europea che, con questa interessante sentenza, ha richiamato all’ordine questa tedesca, improvvisamente assurta ad un ruolo così importante che, evidentemente, deve aver assolto con tale decoro, competenza ed onestà da essere stata confermata per un secondo quinquennio a capo della Commissione … Mah …
Se lo starà chiedendo perché, soprattutto a noi italiani, sembra strano che un giornalista faccia il giornalista, cioè faccia indagini e dia notizie. Ma in altri Paesi usa così, ce ne dobbiamo fare una ragione.
Nel solo 2021 i vaccini contro il Covid hanno garantito un fatturato di 86,5 miliardi di dollari e un utile netto di 50 alle quattro multinazionali Pfizer, BionTech, Moderna e Sinovac per la semplice ragione che hanno ricevuto finanziamenti governativi totali per almeno 5,8 miliardi di dollari.
Nonostante questa pioggia di miliardi di soldi pubblici, le aziende farmaceutiche, lungi dall’abbassare i prezzi dei vaccini, li hanno aumentati. Un’aberrante e vietata pratica commerciale, di tipo monopolistico, tollerata, chissà perché, a causa dell’emergenza e della necessità di fare presto per accelerare l’uscita dalla pandemia.
Senza dimenticare che, tra le clausole degli accordi, vi era anche quella, decisamente criminogena, di esentare dalla responsabilità degli effetti avversi del vaccino le stesse aziende farmaceutiche per gli eventuali indennizzi dovuti, messi integralmente a carico dei committenti pubblici.
Documenti tutti secretati, richiesti per lungo tempo anche dal Parlamento Europeo, ai quali però la Commissione ha sempre apposto una estesissima serie di omissis.
In tutto questo, ed in episodi più recenti, in cui sempre la von der Leyen è la protagonista “donna sola al comando” (vedi la decisione relativa al riarmo, con spesa di 800 miliardi che la gentile signora ha preso in perfetta solitudine, bypassando il Parlamento europeo), ella appare come la campionessa della recidiva, accentrando su di sé tutti i poteri decisionali, quasi che l’UE fosse un’impresa e non una congerie di popoli diversi che stanno tentando da tempo, sia pure in maniera fallimentare, mercè una classe politica inadeguata e avida di soldi e potere, di diventare un’unione politica.
La signora si sente investita di un’autorità che non le compete, che ha precisi limiti, che lei tende a superare al bisogno suo personale e dei suoi “compagni di merende”.
E il Parlamento che fa? Cincischia, traccheggia, se ne adonta, ma fino a un certo punto.
I parlamentari (e la stessa cosa accade a quelli nazionali) hanno perduto la dignità che l’incarico comporta. Rispondono solo alle lobby che finanziano le loro costose campagne elettorali e molto altro, essendo ormai completamente separati dagli elettori che li scelgono.
Siamo al suicidio della democrazia.