È probabilmente la canzone più coverizzata di sempre, ma la versione che Gianluca Cannone (in arte Giaka) e Francesco Narducci offrono di ’O sole mio tocca le corde dell’anima con un sound rock che fa da ponte per la pace. Pare infatti che l’intramontabile classico napoletano sia nato proprio ad Odessa più di un secolo fa.

Ciao Gianluca. Perché avete deciso di performare “’O sole mio”?

L’idea mi è venuta leggendo un articolo di giornale in cui si ricordava che questo brano è stato composto proprio in Ucraina, nella città di Odessa: il compositore Eduardo Di Capua scrisse la musica di questo brano nel 1898, mentre si trovava in quella città, all’epoca parte dell’impero russo. Già diversi anni fa ne avevo realizzato una versione simile a quella proposta su Youtube, che eseguo ancora adesso con il mio gruppo, ma il collegamento con la guerra l’ha reso improvvisamente molto attuale. Ho utilizzato questo spunto per costruire un messaggio di pace, con la metafora del sole splendente che spazza via le nubi della guerra.

Cosa differenzia questa cover dall’originale di Giovanni Capurro ed Eduardo di Capua del 1898?
L’originale è un classico immortale che è stato eseguito da tenori e cantanti di ogni tempo. La mia versione, con un arrangiamento elettronico con venature rock, vuole sottolineare un po’ di più quelle sfumature nostalgiche e malinconiche contenute nel testo. Poi la collaborazione con il mio amico Francesco Narducci mi ha consentito di inserire quell’impronta rock in più, data dalla sua chitarra elettrica e in particolare dall’assolo che sentite nella parte finale, che a me piace davvero molto. Ho fatto anche delle piccole variazioni nella melodia vocale in modo da costruire un crescendo tra la prima  e la seconda strofa.
Allora come oggi, quale ruolo può assumere la musica nel tentativo di dirimere conflitti?

Questa è una domanda difficile! La musica può essere di ispirazione per coloro che hanno una sensibilità tale da essere capaci di ascoltare il messaggio che trasmette. L’auspicio è che piccole iniziative come la nostra, nate da semplici appassionati di musica, possano far arrivare un messaggio chiaro a chi ha responsabilità politiche: la guerra è la follia più grande che l’essere umano possa concepire.

Progetti futuri?

Attualmente sto lavorando ad un brano inedito col mio gruppo e spero entro l’estate di riuscire a realizzare anche un video musicale. Non escludo anche altre collaborazioni con Francesco, che oltre ad essere un ottimo chitarrista mi aiuta a districarmi nel mondo social, di cui non sono un grande esperto.


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.