
Quando le guerre di campanile possono darci una chiave di lettura dell’attualità…
Ci sono due Comuni lombardi e una Guerra d’Indipendenza. E poi c’è la Croce Rossa. No, non è l’incipit di una barzelletta, o forse sì. Già, perché quanto sta accadendo ai Comuni di Solferino e Castiglione, nel mantovano, ha dell’incredibile e, soprattutto, sta sempre più assumendo contorni divertenti e surreali.
Tutto ha inizio lo scorso febbraio quando la Sindaca di Solferino, Gabriella Felchilcher, decide, assieme alla sua maggioranza targata PD, di indire un referendum per unire la propria amministrazione a quella di Castiglione delle Stiviere, un Comune distante solo sette chilometri. Come riportato dal Corriere Della Sera, alla base della scelta c’è l’intento di superare i gravi problemi economici del Borgo e risanare, così, un Bilancio pullulante di debiti ed inadempienze.
Chiamati alle urne, lo scorso 17 aprile, per dirimere la questione, gli abitanti di Solferino, capeggati dall’ex Primo Cittadino, Germano Bignotti, hanno preso una posizione ben precisa. A fronte delle sole 168 firme favorevoli, sono addirittura in 1.158, infatti, a votare “no” all’unione con Castiglione. Un plebiscito giunto in soccorso della tradizione culturale di Solferino che mantiene, in questo modo, la propria identità storica.
Soccorso e storia, appunto. Due materie apparentemente agli antipodi se non fosse che zenit e nadir si sono incontrati, longitudinalmente e latitudinalmente, proprio a Solferino il 24 giugno 1859, durante la Seconda Guerra d’Indipendenza. Lo scontro fra l’esercito austriaco e quello francese fu talmente sanguinolento che lo svizzero evangelico Henry Dunant (insignito, successivamente, del Nobel per la Pace, in un’epoca nella quale ritirare premi era ancora un onore improcrastinabile…) volle fortemente metter fine all’impressionante carneficina, assicurando, grazie soprattutto all’aiuto della popolazione femminile, un’assistenza medico-sanitaria all’altezza, cure classificate, in seguito, sotto l’egida di una bandiera distintiva di un’organizzazione denominata “Croce Rossa”.
Oggi, quasi un secolo e mezzo più tardi, il motto “Tutti Fratelli” pare essere sorpassato da ostacoli burocratici e orgogli campanilistici. La Regione, per di più, sembrerebbe intenzionata, come giusto che sia, a chiedere un parere anche alla demograficamente più grande Castiglione (23mila abitanti). D’altro canto, è interesse della Felchilcher accelerare i tempi per procedere di pari passo con l’eventuale riforma costituzionale che, secondo le modifiche del Titolo V e secondo le sue previsioni, agevolerebbe la Città che i due Comuni andrebbero a formare.
Insomma, se è vero che l’unione fa la forza, è altrettanto innegabile che preservare le proprie radici rischierebbe di trasformarci, qualche volta, in autoreferenziali monadi con disturbi di accoglienza e poca apertura verso il prossimo. Stiamo parlando anche di radici linguistiche, quelle, per intenderci, che attribuiscono una logica assonanza alle parole “fondere” e “fondelli”.