…in croce

Si muove come un bradipo, l’incandescente situazione europea, mantenuta viva da canagliate, supposti, mezze verità e tante menzogne. L’eco, i rimbombi delle armi che grandinano come maledizione dal cielo, persegue un fine altamente macabro da far raddrizzare i capelli ai tanti “giovin signori” coi loro “rubati onori”, citati ne “Il Giorno”, dal Parini, nel nostro caso, gli oligarchi russi e non solo…

Gli embarghi, i sequestri, le confische, le mosse più disparate per bloccare l’economia e la normale vita di uno Stato, sembra che giovi cinicamente a chi è preso di mira.

Cosa significa tutto ciò? È semplicemente detto. Dopo aver creato una siffatta globalizzazione, dove ognuno contratta con l’altro per lo scambio dei propri prodotti ed altri rapporti in genere, culturali, economici etc.…non può esimersi, da un giorno all’altro, di cambiare le carte in tavola. Le filiere già aperte e consolidate nel tempo, una volta interrotte, creano disagi di ogni tipo. I “bisturi” che poi si adoprano per sanare le conseguenze diventano a doppio taglio, da far male sia al paziente che al chirurgo. Ne stiamo vedendo delle belle e sembra che la Russia presa di mira continui ad estrarre soldi dal “cilindro” come usano fare i prestidigitatori coi conigli ed altre fantasticherie. Dopo simili rappresaglie finanziarie contro gli oligarchi ancora non si vede alcun di loro per i campi a raccoglier verdure spontanee da mettere in tegame. Putin se ne rimane comodo in poltrona nel suo Cremlino e se qualche generale zoppica, lo licenzia. L’ammiraglia della marina russa affonda? Peggio per essa e chi ci stava a bordo. Se un personaggio tale ha intrapreso una simile operazione di pulizia nazista, com’egli afferma, e adopra mezzi altrettanto atroci: o non si accorge di essere un nazista lui medesimo, oppure sta dando il cambio per sostituirli.

Dopo che la Russia ha messo fuori discussione tutti i mezzi d’informazione, eccetto quello statale, ha lasciato un popolo intero, nella disinformazia assoluta, rendendo la gente di casa, assorbente di fake news e inconsapevolmente consenziente a ciò che sta accadendo.

L’intera situazione russa in Ucraina si sta evolvendo con manovre ambigue, come già era iniziata: semplice, ordinaria esercitazione militare? Sì, ma perché ai confini di uno Stato adiacente al proprio e non in Siberia? Ma semplice no? Più comodo e più facile varcarli, i confini. Adesso ci stanno provando Finlandia e Svezia e la risposta della Russia è la medesima: spiegamento di armi anche su quelle frontiere.

Se dovessimo fare similitudini e mettere a confronto le mosse russe con la scaltrezza dei partenopei con la carta da scegliere, “questa vince, questa perde”, non sarebbe un rebus. La carta vincente è quella di scoprire presto le intenzioni dei russi prima ancora che dal capire o sfilarsi dal gioco delle “tre carte” dei napoletani. I compari in gioco poi… quelli di Forcella sono i più vaporosi, i meno riconoscibili, i più preparati.

Ma stiamo ancora parlando, di che cosa? Lo stravolgimento è totale. È stato coinvolto Francesco e la Via Crucis, mettendo in discussione una procedura ultra-millenaria. Sono i nuovi Bravi ad imporre che: -Il rito non sa da fare, ma si è realizzato lo stesso. Se almeno Gesù avesse potuto schiodarsi da solo, da come lo avevamo inchiodato! Scendere dalla croce e cominciare a prendere a “calci nel sedere” chi si stava giocando la Sua “tunica” ai dadi “truccati”: avremmo ricevuto il vero uovo di Pasqua.

Purtroppo anche l’Europa è stata messa in croce, ma con le sue colpe. Ora si ritrova con un popolo crocifisso da un lato e una folta di furfanti dall’altra. Di figure come Ponzio Pilato se ne possono scegliere a caso fra i tanti doppiogiochisti, solo che per lavare le loro mani occorrerebbero le acque del Niagara…

Si procede con circospezione, guardandosi in modo furtivo, coscienti di non aver l’animo a posto. Ma si procede comunque, scansando il seminato di relitti bellici e di cadaveri, in un’orgia dantesca già scritta e malamente interpretata, come se la poesia abbia un’anima fasulla e sia lontana, molto lontana dall’etica avveniristica e costruttiva di pace e di fede.

L’esultanza si manifesta più ascoltando, i risultati micidiali delle armi in corso, piuttosto che sussultare di gioia alla Risurrezione del Cristo. Il rito della croce si ripete, anno dopo anno: dimostra che il peccato è talmente radicato che ha bisogno che Egli s’immoli in eterno, per debellarlo. Da parte nostra è disumanità: puro, gratuito, accanito sadismo, o leggera noncuranza?

Mia madre diceva spesso a mio padre: – Se esci in piazza con la tua “croce” ritorna a casa con la stessa e non cangiarla con quella degli altri che è quasi sempre più pesante…


Fontehttps://pixabay.com/it/vectors/grano-raccolti-campo-7076817/
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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.