di Antonia Arslan

Antonia Arslan in questo libro racconta la storia della sua famiglia. Una famiglia di origine armena che ha vissuto in prima persona e ha subito le brutture del genocidio voluto e praticato dal governo turco all’indomani dello scoppio della prima guerra mondiale. La scrittrice entra in punta di piedi in media res nel narrare una storia inimmaginabile. Inizialmente vi è la presentazione di tutti i membri della famiglia dai più grandi sino ai bimbi descrivendo ognuno di loro attraverso i loro caratteri, i loro modi di essere, i loro sogni. Sogni che pagina dopo pagina verranno brutalmente cancellati, estirpati dai cuori di persone inermi di fronte alla brutalità del male.

Si racconta nelle persone di Sempad, di Shushanig, di Veron, di Azniv e dei bambini della famiglia come sia avvenuto il massacro.

Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l’élite armena di Costantinopoli (oggi Instanbul). L’operazione continuò l’indomani e nei giorni seguenti. In un solo mese, più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al parlamento furono deportati verso l’interno dell’Anatolia (oggi Turchia) e massacrati lungo la strada. Arresti e deportazioni furono compiuti in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono per fame, malattia o sfinimento nella forzata imposizione da parte di crudeli ufficiali agli ordini di Enver Pascià di raggiungere la Siria.

Un pugno allo stomaco, un’esperienza dolorosa data dalla lettura di strazianti e disumane azioni come: il decapitare il povero ed inerme Sempad, sparare per puro divertimento povere persone ormai ridotte a scheletri senza più alcuna dignità, violentare e riempire di botte donne indifese ed impaurite.

Un libro per conoscere uno dei tanti orrori della storia umana, per non dimenticare che la violenza e la crudeltà possono ritornare a dettare legge in qualunque momento, per ritrovare nell’orrore le sembianze di un’unanimità alla deriva.


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Mi chiamo Monica Fornelli e scrivo sin da piccolina. Sono una docente di francese appassionata di somatopsichica; lo stare bene per me è essenziale per cui da sempre scrivo per “ricrearmi” un mondo ideale in cui tuffarmi e potermi riequilibrare abbracciando me stessa e al contempo abbracciare virtualmente chi vorrà leggermi. Ho partecipato a vari concorsi nazionali e internazionali tra cui “Il Papavero d’Oro“, “Levante” indetto dalla rivista Radar Sei, “On the air”, “Nino Palumbo”, ottenendo vari riconoscimenti e menzioni in giornali locali come “la Gazzetta del Mezzogiorno“ e “Meridiano Sud”. Alcune mie poesie sono presenti in antologie quali “Fiori Amori” e “Le stagioni” ed. Barbieri; “Parole senza peso” ed. Writers, “Nitriti al vento“ ed. La Conca, “Il Federiciano” ed. Aletti. Nel 2011 è uscita la mia prima raccolta dal titolo “I colori della vita” (ed. Albatros) presentata anche alla fiera del libro di Torino.