
Corso di recupero per meridionali che hanno vissuto a Milano
Ammettiamolo: Pio e Amedeo li si può amare o odiare, di certo è indiscutibile il fatto che non passino inosservati, come, ad essere onesti, non si può restare indifferenti di fronte ad una verve comica a volte irriverente, ma sempre caustica e divertente. Stavolta il duo comico è protagonista di “Belli Ciao”, film nel quale i due mattatori foggiani abbandonano gli eccessi per affidarsi ad una fotografia nazional-popolare diretta da Gennaro Nunziante, regista del fenomeno Toti e Tata, e del campione d’incassi Checco Zalone.
Proprio come Checco Zalone, a mo’ di Benvenuti al Sud, fino alla malafemmena di Totò e Peppino, Pio e Amedeo abbracciano gli stereotipi meneghini del nemo propheta in patria, degli inglesismi che edulcorano posizioni lavorative migliori rispetto a quelle che si vuol far credere di occupare.
La vita reale lascia spazio al mondo virtuale di Instagram, agli hashtag come ADORO o TOP o CALL, una storia da immortalare, l’epoca social che sa di non sapere, quell’intellettualismo socratico accantonato da aperitivi sui Navigli ed happy hour a suon di apparenza e futile beltà.
Corso di recupero per meridionali che hanno vissuto a Milano, la redenzione del figliol prodigo di Sant’Agata in Puglia, la resipiscenza di errori a cui si può rimediare, contro razzismo ed omofobia, i progetti di un aspirante medico e di un lupo della finanza gettati nella mischia di non sincere convenzioni sociali, reinventarsi dentro situazioni lavorative che si poggiano su effimeri contributi governativi, una questione del Mezzogiorno da affrontare con leggerezza e profonda spensieratezza, corroborata dal concetto di famiglia, l’indissolubile legame genitoriale.
Seppur a tratti scontato, “Belli Ciao” fa della banalità il marchio di fabbrica per denunciare disagi e soprusi, scorrendo gradevole fra battute e gag forse già viste ma sempre sul pezzo, è l’evergreen che, oggi, attrae lo spettatore in novanta minuti liberi da zavorre e pensieri, un successo di “KAPPA” al box office post natalizio.
“Belli Ciao” è la conferma di quanto la Puglia sia artisticamente in auge, l’ulteriore prova della salutare qualità della vita, l’aria buona che fa da contraltare al tubo di scarico da cui respirare stress ed attacchi di panico, il dilemma amletico fra partire o restare, la machiavellica incertezza del domani che ci rende terroni ed esseri, infinitamente, umani.