
Incontrarsi in inverno è volerlo…
Io amo l’inverno di freddo sul volto e baveri alti. Mi piace sentire il bisogno di casa, averla poi una casa col tetto vero e pensarla di giorno e amarla di notte, tra le coperte e il silenzio assordante. È stagione di tempi bianchi e opachi e, quando piove che non smette, di un ritmo cadenzato, potente metronomo del cielo. Il lucernaio della cucina pare si rompa, il muratore che lo montò mi aveva messa in guardia: fa fracasso. Meglio.
Tutto l’umido e il freddo del mondo e un’intercapedine che scherma, divide, protegge: l’auto o la pelle amara, il palato che brucia ai cibi incandescenti, il bagno caldo della sera che lava l’anima.
Incontrarsi in inverno è volerlo, uscire peccato veniale.
Ma la ragione vera di tale fede è più profonda.
Amo questo tempo lungo perché fortemente reazionario. Ciò che conta cova.
Nella terra fredda e dura, nei pantani di fango, foglie marce e pioggia accade il miracolo dei miracoli.
I semi si decompongono e restano zitti in attesa. Preparano dietro le quinte le fioriture, predispongono la vita. Naturalmente dormono e poi risorgono.
Come un bimbo appena concepito, si danno possibilità di lavoro infinite.
Sono nata in pieno inverno
Che regalo davvero desidero?
Ho superato per fortuna l’età del possesso.
Vorrei un fuoco acceso, fumo acre nei capelli, occhi amati di pupille umide.
Desidero uno sterrato con pozzanghere, un gatto a ciambella che dorme in pace.
Il freddo limpido porta buoni pensieri. La guerra è lontana.
Guardare e poi essere guardata.
Non amo l’inverno ma questo testo è meraviglioso.
GRAZIE
Donatella