Mai sentito parlare del pianeta adolescenza? Mai provato a raggiungerlo?

Adolescenza: una parola che, pronunciata così, sembra come tutte le altre, ma che dietro nasconde un pianeta, tutto da scoprire, un pezzo di vita. La parola deriva dal verbo latino “adolescĕre” che significa crescere; in effetti, si tratta di quel periodo di età compreso tra i 13 e i  16 anni, anche se gli anni “teen” sarebbero fino a 19.

A quattordici anni, si piange spesso, di gioia o di dolore, le lacrime non si distinguono e la vita è talmente tenera da sciogliersi come cera di una candela ormai spenta: quella dell’infanzia). Sta di fatto, che l’adolescenza è un’età complessa per via dei suoi aspetti positivi e negativi, quel periodo compreso tra l’età della spensieratezza e l’età adulta caratterizzata da frequenti sbalzi d’umore dovuti ai cambiamenti fisici e psicologici.

È difficile quindi, sentirsi a proprio agio quando si è destabilizzati da un corpo che cambia, quando c’è nostalgia dell’infanzia e allo stesso tempo la voglia di diventare adulto.

In questo periodo della vita diventano fondamentali gli amici che non sono più dei semplici compagni di gioco, ma dei confidenti, delle figure da imitare e dai cui prendere spunto. Durante l’adolescenza, i ragazzi, gli adolescenti, si trovano davanti a delle scelte, una delle più importanti e forse la prima decisione di tutta la vita è quella della scuola superiore. Per uno studente di 14 anni è una scelta molto seria da cui dipende tutta la vita, ma, a soli quattordici anni si è ancora troppo giovani, ancora troppo piccoli e immaturi per immaginarsi, un giorno, davanti ad una scrivania d’ufficio o in una officina, ecco perché alcuni si affidano ai consigli dei genitori ed insegnanti, altri invece seguono le scelte delle amiche più intime.

Ma l’adolescenza non è solo un pianeta tutto da esplorare, è anche un periodo che lascia un segno indelebile: “Un periodo in cui senti di poter essere tutto ma ancora non si è nulla” (Scalfari).

Di noi, dicono che siamo la generazione che segue il branco, una generazione senza personalità, una generazione ribelle: quella dei capelli viola,  dei selfie postati su Instagram, della gara a chi ha più amici su Facebook, siamo la generazione dei ragazzi con i pantaloni a vita bassa, delle Vans, delle Puma solo per assomigliare a Rihanna o solo perché le indossano tutti, generazione degli album dei nostri artisti preferiti, degli smartphone, la generazione di quelli che ascoltano il rap e che copiano le frasi ovunque.

Nondimeno, nonostante questo, ricorderemo l’adolescenza come il periodo delle emozioni più intense  e delle esperienze più vere.


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Sono Roberta Sgaramella, ho 17 anni e fin da piccola ho coltivato la mia passione per la lettura e la scrittura. I miei primi articoli li ho scritti per il giornale della Vaccina, scuola in cui ho frequentato le medie, infatti il mio sogno, spero di riuscire a realizzarlo, è quello di diventare giornalista, sì, proprio così! Scrivo per condividere i miei sentimenti, le mie emozioni e i miei pensieri. Studiare le lingue straniere è la mia seconda passione: è per questo che frequento il liceo linguistico “Carlo Troya” della mia città, Andria. Amo lo sport che ritengo un modo per liberarmi dai problemi, sono una giocatrice di basket da più di cinque anni.

1 COMMENTO

  1. Bellissimo articolo Roby continua così e raggiungerai tutti i tuoi sogni. Infatti, i tuoi articoli si presentano con analisi sociologiche di grande riflessione, che già ricordano analogie con gli scritti della compianta grandissima scrittrice e giornalista “ORIANA FALLACI”.

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