Autentico visionario, David Lynch ha segnato il cinema per mezzo secolo con una capacità intellettuale senza eguali

David Lynch ci ha lasciato, l’ha fatto a 78 anni, e, forse, per 78 anni ci ha lasciato la magia cinematografica intesa come epifania, dimostrazione del potere applicato in favore del popolo, di un pubblico divenuto esigente grazie proprio alle sue pellicole. A tributargli omaggio, in vita, nell’ultimo periodo, è stato Steven Spielberg che nel suo The Fabelmans affida l’interpretazione del regista John Ford a David Lynch, un’interpretazione, avvolta nel fumo del sigaro, in cui si disquisisce dell’inquadratura perfetta.

Autentico visionario, David Lynch ha segnato il cinema per mezzo secolo con una capacità intellettuale senza eguali, è stato all’avanguardia per i suoi tempi, elevando l’immagine televisiva a strumento pedagogico, mescolando elementi surreali ed onirici a tinte misteriose e intricate, come ne I segreti di Twin Peaks. La parentesi televisiva, però, non mette in secondo piano la straordinaria, seppur non sterminata (dieci film in tutto), produzione cinematografica.

Urticante, criptico, didascalico e poetico. David Lynch era tutto ed il suo contrario, spaziava tra i generi suscitando emozioni mai toccate prima, riuscendo a cogliere l’aspetto ironico anche nelle situazioni più drammatiche della vita umana, un’ironia, ad esempio, trasformatasi in grottesca violenza in Cuore Selvaggio.

Solo dieci film, dicevamo, girati nell’arco di trent’anni, con un unico obiettivo: portare lo spettatore in mondi lontani, atmosfere nelle quali labile è il confine tra fantasia e realtà, un impatto visivo potente e stimolante per chi è obbligato ad attraversare quelle dimensioni per rompere le tradizionali convenzioni narrative, scomponendo le trame ed utilizzando il suono come grimaldello per aprire la porta più dark dell’animo umano.

Elephant Man, Mullholand Drive, Inland Empire sono solo alcuni degli altri titoli che hanno reso Lynch immortale, un regista a tutto tondo, un uomo che si è spinto anche nella ricerca musicale e pittorica, storica è, infatti, la partnership con il compositore italiano Angelo Badalamenti.

David Lynch è stato struggente e sensoriale, non per tutti i gusti e per tutti gli stomaci, una star mai scesa a compromessi, un mito intramontabile.


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