Integerrimo e curioso 72enne, Van Der Bellen ha sbaragliato la concorrenza dell’Estrema Destra rappresentata dal partito populista Fpo.

Alla fine ce l’hanno fatta. Hanno bloccato sul nascere un fenomeno destinato a creare disagi internazionali, a soverchiare gli equilibri finanziari del mondo, a portare avanti ideali massacranti e valori di disumanità senza eguali. Da questo momento, infatti, Vienna si colora di Verde. Un verde speranza, l’orgoglio dipinto sul volto di Alexander Van Der Bellen, nuovo Capo di Stato austriaco.

Integerrimo e curioso 72enne, Van Der Bellen ha sbaragliato la concorrenza dell’Estrema Destra rappresentata dal partito populista Fpo. Gli elettori hanno preferito lui al più giovane candidato Norbert Hofer. Ex leader dei Verdi, Van Der Bellen si è presentato, da indipendente, ad una corsa che, solo lo scorso maggio, lo vedeva sfavorito. Gli exit poll di domenica 4 dicembre, non hanno solo, e incredibilmente, rovesciato i pronostici della vigilia, ma hanno evidenziato un consenso popolare dilagante, un appoggio elettorale che è andato oltre le più rosee aspettative.

Ed è proprio il rosa l’altro colore protagonista di questa incantevole favola.

Secondo la raccolta dati dell’affluenza ufficiale alle urne, tra il 50,3% dei votanti spicca addirittura il 62% delle donne, di cui il 69% sotto i 29 anni. Numeri davvero apprezzabili per chi, da sempre, sostiene la causa ambientale, cambiamenti climatici che hanno attecchito sul fertile terreno dei giovani austriaci. E’ stato lo stesso Van Der Bellen, infatti, a sottolineare l’incredulità per il sorprendente esito, dichiarando, a mezzo stampa: “Il mio vantaggio sul mio concorrente era stato di 30.000 voti, ora sono 300.000!”

Norbert Hofer, dal canto suo, si è detto tradito dall’establishment, in particolare dalla Commissione Europea e dal Commissario, Moscovici, reo, a suo dire, di aver tracciato un ritratto timoroso e sbagliato della Fpo, immagine lesa, a buon ragione, dalla politica conservativa anti immigrazione.

Van Der Bellen, ex professore universitario, ha raccolto il favore di un numero elevato di studenti (83%) e, individuando in loro la nuova classe dirigente austriaca, ha ringraziato la Nazione ammonendo tutti sul reale rischio che questa possa ridursi ad una vittoria di Pirro, se gli sforzi non saranno finalizzati ad un’Europa federale e non centralistica.

Il disegno della nuova Austria parte da qui, da un foglio bianco su cui dipingere un quadro futuristico e ottimista, un paesaggio tratteggiato da pastelli e matite, colorate, e, ovviamente, indelebili!