Tremendi i monologhi. Mettono l’attore e la storia nelle mani dello spettatore che sta scomodo nella rossa poltrona imbottita, ha spine nei glutei e nella coscienza e specchio delle mie brame. È uno contro uno. Lo sa bene Antonella Liso che si è sperimentata con lo spettacolo “Una donna comune”, da lei scritto e interpretato. La casa barese nel teatro Abeliano, nell’ambito della rassegna “La maschera e il volto”, nell’intima cornice dell’ActorStudio. Occhi del maestro, in prima fila, occhi di Vito Signorile.

Risicata la scena, quotidiana: una donna in vestaglia e calzettoni che stira e pensa, si ferma e riflette.

Poi, col cellulare a seguito, fa partire la musica e i pensieri ballano.

La donna è stata tradita, si è innamorata, ha tradito a sua volta. I pensieri sono testimoni delle sue malefatte. Malefatte? Chi ha tradito chi? Dov’è il momento di rottura dei patti? Quando da belle e desiderate si diviene brutte e scontate? Perché un abito azzurro risveglia e persino un marito mediocre si accorge di tanta bellezza? Si tradisce il compagno o prima se stessi?

Quesiti vecchi come il mondo nell’arcobaleno dell’animo femminile. Qualcosa però stride.  Comune è Giulia, la donna in questione, comune la sofferenza, non comune l’assoluzione. Perché  la musica irrompe devastante e le pantofole volano. Finalmente. I sentimenti riscattano,  gli occhi lucidi innamorati non hanno niente di comune.

Ci si innamora e la musica cambia, sempre.

Antonella e il suo volto dolce e buffo ci porta magistralmente dinanzi al proprio asse da stiro a ridere e piangere. Ha recitato anche col corpo. I panni reggono la scena. Sollevati e accarezzati, sbattuti o accompagnati con cura, restano comparse mute e preziose: cose col volto di persone.

Infine li ha deposti, ha rotto gli schemi, è andata oltre. Mai perdere un appuntamento al tramonto!

Le donne comuni ringraziano, hanno avuto la scena, regine per una sera del varietà della propria vita.

Potere della femminilità non esibita, delle attrici brave di nicchia, del disporre e godere per sé.

Gli uomini non sanno stirare.


2 COMMENTI

  1. La mia cara Mina riesce sempre a cogliere l’essenziale.
    Grazie per i tuoi scritti bellissimi, a volte anche spirituali .Sei una bella persona

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