Solo i sogni non sono solo sogni…

Vi racconto le storie di ragazzi e uomini accomunati da un sogno. Le loro storie, dalle quali sono rimasta particolarmente colpita, sono narrate nel film “Pelè”, uscito nelle sale cinematografiche nel 2016, e nel film “Il sole dentro”, presentato e premiato al Giffoni Film Festival nel 2012.

I due film sopracitati apparentemente non si intrecciano tra loro.

Pelè lo conosciamo tutti, calciatore di fama mondiale, leggenda del Brasile, quel Brasile povero ma anche felice, in cui Edson Arantes do Nascimento impara a giocare a calcio senza le scarpe, senza nulla, i suoi unici gioielli sono il suo sorriso e la sua tenacia.

“Il sole dentro” racconta due storie intrecciate, quella di Rocco e Thabo e la storia vera di Yaguine Koita e Fodè Tounkara, due bambini ritrovati morti assiderati il 29 luglio 1999, nascosti nel carrello di un aereo, partito dalla Guinea verso Bruxelles: i bambini sognavano la felicità. Della loro storia è rimasta una lettera, pubblicata su tutti giornali del mondo.

Riporto alcune parole:

«Loro eccellenze, i signori membri e responsabili dell’Europa. Abbiamo l’onorevole piacere e la grande fiducia di scrivervi questa lettera per parlarvi dello scopo del nostro viaggio e della sofferenza di noi bambini e giovani dell’Africa… Siate il nostro sostegno e il nostro aiuto. Aiutateci, soffriamo enormemente in Africa, abbiamo dei problemi e i bambini non hanno diritti».

Queste parole mi sono rimaste dentro. Non mi sono rimaste dentro solo perché i due poveri bambini sono morti assiderati in una stiva di un aereo, mi sono rimaste dentro perché loro sognavano la felicità e urlavano aiuto senza che nessuno li sentisse.

Noi crediamo di capire cosa sia la felicità, noi che abbiamo tutto, che crediamo che la felicità sia sempre dietro la porta, magari cercandola in un inutile vestito, nella futilità a cui spesso l’Occidente ci ha abituato, dimenticando quanto valore abbia inseguire un sogno, correndo con le nostre gambe, non accettando compromessi, lottando, facendo sacrifici.

Pelè, Rocco che subiva violenze dallo zio, Thabo che era stato illuso di poter diventare un calciatore di grandi livelli, mentre nella realtà è stato abbandonato dal suo mister in una stazione di servizio con un panino ed una coca cola in mano, e infine Yaguine e Fodè lottano per i loro sogni, con una valigia di cartone, gli zaini sulle spalle, senz’acqua, con una sola lettera in mano, portatrice di speranza.

Rocco e Thabo hanno affrontato il deserto a piedi, in segno di un’amicizia pura e semplice, ricercando la via di ritorno verso casa, una casa che avrebbe dato meno di quell’Occidente così idealizzato, ma che li ha resi felici e forse anche liberi.

Di Pelè ho impressa nella mente la scena in cui con ostinazione si allenava a imparare a fare i goal come il suo mister voleva, provando a cancellare dalla sua mente la famosa tecnica calcistica della giunga. Solo in seguito il suo mister capirà che la giunga potrà rendere Pelè un calciatore straordinario e lo capirà oltre la mera e semplice tecnica calcistica. Ha capito che Pelè ci metteva il cuore, che le sue gambe inseguivano un sogno, quello di una vita, quello stesso che gli appare davanti agli occhi ogni volta che deve tirare un goal.

Gramellini, scrittore e giornalista, afferma nel suo bellissimo romanzo Fai bei sogni: «Se un sogno è il tuo sogno, quello per cui sei venuto al mondo, puoi passare la vita a nasconderlo dietro una nuvola di scetticismo, ma non riuscirai mai a liberartene. Continuerà a mandarti dei segnali disperati, come la noia e l’assenza di entusiasmo, confidando nella ribellione».

Non mi sento portatrice di messaggi, ma di sogni hanno parlato mille poeti e cantautori. Ligabue afferma che sono sempre i sogni a dare forma al mondo, Shakespeare affermava che siamo fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Io penso che sognare un futuro sempre migliore sia la più bella forma di amore per se stessi e per gli altri, in un’eterna corsa per sentirsi sempre vivi ed appagati.

I sogni ci salvano per il semplice fatto di esistere nella nostra mente e nel nostro cuore, ci salvano perché rappresentano una proiezione del nostro io più profondo, l’inconscio, di quello che vorremmo. I sogni per il semplice fatto di esistere sono un’isola di serenità e felicità.

Che si possa sempre sognare e custodire i propri sogni.