Scolaresche steineriane in visita

Persone bacate, faccendieri, ciarlatani, fatti torbidi, violenze e prevaricazioni di ogni tipo. Una litania quotidiana! Perenne! Ma perché i violinisti dell’informazione suonano sempre le stesse corde? Perché i pianisti dei talk show toccano ripetutamente gli stessi tasti? Perché i suonatori della tromba politica insufflano nei roboanti strumenti sempre aria fetida e viziata?

Lucido piano preordinato, criminale! Non vogliono che la gente sappia delle tantissime persone luminose. Generose. Creative. Speciali. Sotto silenzio devono passare gli eventi entusiasmanti che aprono i cuori alla speranza e all’intelligenza, a sognare con realismo un’Italia traboccante di vita, gioia, salute, cultura, solidarietà. Luce. Della gente per bene non si deve sapere nulla! Insomma, nessun cambiamento reale, che migliori qualitativamente la vita della gente comune, si deve verificare!

Per un decennio i riflettori non hanno illuminato il planetario botanico di Rimini.  L’unico esistente nel mondo, che in pochissimi conoscono, persino in Romagna. Un luogo dove pianeti e satelliti, li tocchi con le mani, li vedi con gli occhi, li senti con le orecchie, ne annusi la fragranza con le narici. Il verde delle acacie, dei salici, dei pioppi, delle ninfee, dei giunchi, degli equiseti esplodono con il loro smalto, mentre due strumentisti d’eccezione, il vento e l’acqua ne creano armonie e coreografie, delicate movenze, spettacolo mozzafiato.

L’ha realizzato Angelini Silvano, un artista, un uomo libero, persino da sé stesso. Scultore e pittore, che non soggiace alla retorica dell’arte commerciale, i cui fili vengono mossi da burattinai di gallerie, da critici asserviti, da biechi interessi di bottega. Lui, l’idea non la cerca in sé, ma nel marmo, nel bronzo, nella creta, nell’opera finita nella quale fa entrare luce, aria, libertà.

Accattivanti, le flowform, forme di flusso, sue creature artistiche, che portano l’acqua a realizzare una spirale in entrata ed una in uscita. Questo movimento in armonia con la natura e l’universo consente all’acqua di rivitalizzarsi, diventando salutare per tutti gli esseri viventi.

È suo, il planetario, l’ha creato a sue spese per raccontare il magico legame della Terra con tutto il cosmo. Lo mette a disposizione della collettività. Si tuffa, lui, in tutte le iniziative attente ai valori dello spirito, studiando ed applicando indicazioni del matematico, filosofo e pedagogista Rudolf Steiner. A suo tempo, si è battuto con pertinacia e resilienza per la realizzazione della scuola steineriana di San Mauro Pascoli.

Sovente, scuole dell’Emilia e della Romagna vi si recano in visita. E lui, Silvano mette a loro disposizione le sue competenze culturali ed artistiche. I suoi valori umani. Ultimamente, a riversarsi nel planetario botanico, frotte di bambine e bambini della scuola steineriana di San Mauro Pascoli, che ascoltò i vagiti del vate Giovanni Pascoli, melanconici occhi spalancati all’arrivo della “rondine che tornava al suo nido”, orecchie tese ai nitriti della “cavallina storna” che svelava uno dei tanti misteri d’Italia.

I puledri della scuola steineriana sprizzano salute e serenità da tutti i pori. Sono curiosi, si aggirano con disinvoltura nel luogo magico, pieno di sorprese e segreti. Saltano sul fuoco. Scorrazzano, si rincorrono, fanno domande ai maestri, ai genitori, sorridenti, compiaciuti, fieri di educare ed allevare avannotti umani che non conoscono paura e noia. Bandito il guinzaglio, la museruola ed anche le carote.

La vitalità dei bambini, la loro luminosità è sotto i tuoi occhi, e te la raccontano i maestri ed i genitori della scuola San Mauro Pascoli, una realtà educante distante anni luce dall’istituzione fatta di banchi, lavagne, cattedre, giudizi, ore ad ascoltare con il corpo inchiodato, paralizzato. Occhi spenti. Coscienza assopita. Interesse compresso. I protagonisti del processo educativo sono realmente i bambini, accuditi nel loro sviluppo spirituale da educatori, che svolgono il loro impegno come una missione.

I piccoli, per loro, non sono sacchi da riempire di nozioni, ma fuochi da accendere. Si avvicinano con entusiasmo alle materie artistiche ed artigianali nelle campagne, nei boschi, nei giardini. Sanno subito da dove provengono i cibi di cui si nutrono, si esercitano da subito ad alimentarsi di cibi biologici o biodinamici. Imparano spontaneamente ad amare la natura e rispettare l’ambiente.

Provano un grande diletto nel dedicarsi alle attività manuali, che sviluppano la coordinazione mano-occhi ed allenano il cervello. Nuotano nelle immagini, nelle metafore. Ascoltano fiabe, favole, miti, disseminate di ostacoli e prove, alle quali faranno ricorso nella palestra della vita. Le loro manine producono morbide bambole dai lineamenti evanescenti, e la loro immaginazione si entusiasma. Imparano emulando e sperimentando, come quando a casa osservano i genitori che… preparano la cena, …lavorano a maglia, …zappano la terra, …mettono a dimora piantine, …amano amorevolmente persone, animali e cose. Imparano altre lingue con giochi, conversazioni, recite.

È un giorno speciale, quello della visita al planetario botanico, non solo sul piano culturale e relazionale, anche su quello alimentare. Un bengodi.  Un lungo tavolo imbandito di ogni ben di dio chiama a raccolta i puledri quando le fragranze culinarie, come fanno, i colori ed i profumi dei fiori con api, vespe e calabroni, si sprigionano dai cibi realizzati con materie prime di qualità e conditi con uno speciale valore aggiunto, la sapienza culinaria e l’amore delle proprie mamme. Anche gli adulti accorrono. Anche loro non sono insensibili, al canto che, lusingando la gola, potenzia corpo e spirito.


FontePhotocredits: Domenico Dalba
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Percorso scolastico. Scuola media. Liceo classico. Laurea in storia e filosofia. I primi anni furono difficili perché la mia lingua madre era il dialetto. Poi, pian piano imparai ad avere dimestichezza con l’italiano. Che ho insegnato per quarant’anni. Con passione. Facendo comprendere ai mieli alunni l’importanza del conoscere bene la propria lingua. “Per capire e difendersi”, come diceva don Milani. Attività sociali. Frequenza sociale attiva nella parrocchia. Servizio civile in una bibliotechina di quartiere, in un ospedale psichiatrico, in Germania ed in Africa, nel Burundi, per costruire una scuola. Professione. Ora in pensione, per anni docente di lettere in una scuola media. Tra le mille iniziative mi vengono in mente: Le attività teatrali. L’insegnamento della dizione. La realizzazione di giardini nell’ambito della scuola. Murales tendine dipinte e piante ornamentali in classe. L’applicazione di targhette esplicative a tutti gli alberi dei giardini pubblici della stazione di Barletta. Escursioni nel territorio, un giorno alla settimana. Produzione di compostaggio, con rifiuti organici portati dagli alunni. Uso massivo delle mappe concettuali. Valutazione dei docenti della classe da parte di alunni e genitori. Denuncia alla procura della repubblica per due presidi, inclini ad una gestione privatistica della scuola. Passioni: fotografia, pesca subacquea, nuotate chilometriche, trekking, zappettare, cogliere fichi e distribuirli agli amici, tinteggiare, armeggiare con la cazzuola, giocherellare con i cavi elettrici, coltivare le amicizie, dilettarmi con la penna, partecipare alle iniziative del Movimento 5 stelle. Coniugato. Mia moglie, Angela, mi attribuisce mille difetti. Forse ha ragione. Aspiro ad una vita sinceramente più etica.

1 COMMENTO

  1. Un articolo che dovrebbe fare riflettere noi tutti e, in particolare,i giovani. Troppo spesso la società finge di non sapere ,anzi non vuol sapere per evitare di fare qualcosa di sociale che può andare a beneficio delle persone più bisognose.

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