Qualcosa di nuovo è il nuovo film di Cristina Comencini, distribuito da Distribuition 01 in 350 sale cinematografiche in tutta Italia, prodotto da Cattleya srl con la collaborazione di Rai Cinema ed il sostegno del Mibact.

Le protagoniste di Qualcosa di nuovo sono Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti e il giovane Eduardo Valdarnini al suo debutto come co-protagonista.

Due quarantenni, Lucia e Maria, amiche per la pelle, si innamorano dello stesso ragazzo, Luca, 20enne, che metterà in discussione la loro visione della relazione con l’altro sesso, dando vita a nuove ed elettrizzanti rivelazioni e a speranzose riflessioni sul loro approccio all’universo maschile.

L’aspetto che mi ha più colpito di questo film, è il coraggio di una regista che sfida con naturalezza tutta una serie di tabù (ancora molto forti in tutta Italia), non scadendo mai nella volgarità ed esaminando con estrema lucidità un’intricata rete di relazioni umane in crisi tra loro. Sono tre solitudini che si incontrano e si scontrano un po’ per caso, con leggerezza , affrontando nodi cruciali della propria esistenza, in una rivoluzione interiore che porterà ad un miglioramento personale della vita di ogni personaggio.

Un’intricata rete di schemi psicologici è sbrogliata con catartica disinvoltura ed estrema chiarezza da una sceneggiatura divertente ed essenziale.

Non parliamo dell’uomo perfetto o dell’amore tanto atteso da una vita, ma di un semplice “incontro” tra generazioni, che seppure in crisi tra loro, riescono, alla fine dei conti, a darsi qualcosa e a migliorarsi a vicenda.

Finalmente il punto di vista femminile che scavalca ogni tabù e che mette a nudo la crisi generazionale dell’essere umano, incapace di orientarsi in una società profondamente cambiata.

Finalmente, non una ma ben DUE donne di quarant’anni che hanno una relazione con un ragazzo più giovane, ma come Paola Cortellesi tende a precisare in un’intervista a “La Stampa”: “Luca non è un ‘toyboy’ , ma un ragazzo portatore di sorprese, capace di rivoluzionare le certezze che noi donne abbiamo sugli uomini”. E questo che sottolinea Paola Cortellesi, mi sembra uno dei punti cruciali: non siamo di fronte alla versione italiana di “Il laureato”, dove l’attrazione fisica e sessuale è il filo conduttore della relazione.

Siamo di fronte ad un’ analisi lucida di una società profondamente cambiata, piena di relazioni “rotte” o “interrotte “e di grandi solitudini che a volte si incontrano o si scontrano al di là dell’età. Una società in cui la lotta di classe di 70 anni fa , ha lasciato spazio alla lotta tra le generazioni. Una società in cui le trentenni o quarantenni non possono concedersi il lusso di un figlio e rimangono “sole”, oppure una società in cui una donna, dopo il matrimonio ed i figli, ritorna “single” o semplicemente “sola”, (com’è il caso di Maria nel film).

Una società in cui gli uomini si sentono perennemente sotto pressione dalle aspettative femminili e si sentono disorientati da un’inversione dei ruoli.

Finalmente in Italia, una storia semplice, ma coraggiosa, libera dal giudizio e dal pregiudizio, attraverso lo sguardo sensibile di una donna, su un mondo che è tanto cambiato, ma che in fondo… ha ancora qualche speranza!

 

 

 

 


Fontewikipedia.org
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Laureata all’Accademia Nazionale d’arte drammatica “S. D’Amico”, si forma come attrice al Susan Batson Studio di New York. Lavora da anni nel settore teatrale e cinematografico a livello nazionale ed internazionale. Dopo essere fuggita per anni da Andria e dalla Puglia per formarsi e realizzare il proprio sogno di attrice, si ritrova spesso a tornare in terra natìa perché la Puglia, ormai terra in continuo fermento culturale, è diventata negli ultimi un importante polo di attrazione per le produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali e trampolino di lancio per giovani realtà teatrali. Cecilia sarà il nostro sguardo andriese “sotto i riflettori e dietro i sipari”.