Un’isola ghetto su cui confinare i migranti: restiamo umani!

La citazione, tratta dall’Amleto, una delle più importanti opere teatrali di William Shakespeare, fu pronunciata, nella quarta scena, da Marcello, la guardia del re, che, rivolgendosi ad Orazio, amico fidato di Amleto, gli svela tutti gli intrighi di potere che aleggiavano sul trono di Danimarca.

Scritto intorno al Seicento, il capolavoro letterario assume il carattere dell’immortalità perdendo, però, la sua impronta anacronistica in seguito alla recente decisione del Partito Popolare Danese, il Dansk Folkeparti, di confinare i migranti irregolari e i richiedenti asilo sull’isola di Lindholm, a circa un miglio e mezzo dalla costa.

Le posizioni anti immigrazione del Governo, guidato dal conservatore Lars Rasmussen, affondano le radici, fra le altre cose, su una campagna social la cui linea editoriale si è macchiata, vergognosamente, di un video postato raffigurante, a mo’ di cartone animato, un uomo di colore, vestito con abiti da musulmano, lasciato alla deriva su un lembo di terreno deserto, una sorta di Alcatraz dei giorni nostri, un limbo giuridico sotto le mentite spoglie della prigionia.

Il collegamento marittimo da e per l’isola, infatti, non sarà costante e i migranti potranno andare avanti e indietro per tutto il giorno, restando, però, sotto sorveglianza durante la notte. Misure cautelari che vedranno la Nazione addossarsi una spesa superiore ai 100 milioni di euro, cifra stanziata per adibire un ex istituto di veterinaria, costruito in precedenza per esperimenti sugli animali, a dormitori tutt’altro confortevoli.

Pur con un esiguo numero di parlamentari, la coalizione di minoranza di Rasmussen è riuscita, nel tempo, ad ottenere indegne concessioni sulla questione migranti. Il “pacchetto ghetto”, ad esempio, impone agli ospiti corsi di lingua danese, costringendo i bambini a non poter tornare nel Paese d’origine, e confiscando beni ai migranti appena sbarcati per sostenere i costi dell’accoglienza.

Essere o non essere umani. Questo è il problema!


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Iscritto all'Ordine dei Giornalisti della Puglia, ho iniziato a raccontare avventure che abbattono le barriere della disabilità, muri che ci allontanano gli uni dagli altri, impedendoci di migrare verso un sogno profumato di accoglienza e umanità. Da Occidente ad Oriente, da Orban a Trump, prosa e poesia si uniscono in un messaggio di pace e, soprattutto, d'amore, quello che mi lega ai miei "25 lettori", alla mia famiglia, alla voglia di sentirmi libero pensatore in un mondo che non abbiamo scelto ma che tutti abbiamo il dovere di migliorare.