Landini: “Siamo pronti a fare la nostra battaglia fino in fondo, non escludendo alcuna iniziativa: il 25 di ottobre piazza San Giovanni sarà piena”.
E ha aggiunto: “Noi non ci fermiamo nemmeno di fronte alla fiducia”. Così il segretario generale della Fiom-Cgil, a Firenze, nella cornice dell’assemblea provinciale dei delegati Fiom.
Landini ha poi precisato: “Siccome consideriamo che quei provvedimenti che vogliono prendere non sono giusti, vogliamo mobilitarci perché la vera partita non si gioca in Parlamento, si gioca nel Paese sulla base del consenso e della rappresentanza”.
Renzi fa orecchie da mercante? Landini avverte: “Il governo deve sapere che noi andremo avanti anche dopo il 25 ottobre. Non ci fermiamo, se loro mettono la fiducia, perché noi pensiamo di avere la fiducia nel Paese”.
L’appello è rivolto anche a deputati e senatori: “Al Parlamento chiediamo di provare a fare il Parlamento, perché, se continuano a votare fiducie su fiducie, è meglio chiuderlo”.
Il riferimento, evidentemente, è al Jobs Act, argomento su cui Landini non fa sconti. Fa invece ironia sulle presunte telefonate, “tutti i giorni”, tra lui e il Premier Renzi. Landini precisa che si sentono al telefono “Mattino, pomeriggio, sera… perbacco, non faccio altro! È il mio problema principale. In realtà forse a Matteo Renzi fischiano le orecchie, perché i problemi di questo Paese passano attraverso il rilancio del sistema industriale. Partire dall’articolo 18 intanto crea un conflitto, e se ne deve assumere la responsabilità, mentre bisognerebbe partire dagli investimenti e avere in testa l’idea che il lavoro deve avere dei diritti”.
Landini che pensa a un programma politico per una sua discesa in campo? La risposta è perentoria: “Io faccio il sindacalista della Fiom: ho ancora tre anni di mandato e vorrei provare a completarlo, soprattutto per rispetto degli iscritti e dei lavoratori”.