L’uomo più ricco del mondo

Negli scatoloni incastrati tra le inferriate della soffitta ho trovato oggetti che mi hanno inevitabilmente riportato alla mia infanzia, ricordi indelebili, pellicole stropicciate dentro rotelle bianche avvolte da involucri neri. Quelle che volgarmente definivo “cassette” erano scrigni magici su cui viaggiare, mezzi con cui raggiungere dimensioni parallele, mondi onirici fatti di amicizia, amore, parentela e simpatici ceffi. Erano i VHS Disney, una collezione da custodire gelosamente nell’inaccessibile cassaforte del cuore.

Un po’ come faceva Paperone de’ Paperoni con la sua Numero Uno, la moneta d’oro americana simbolo della smisurata ricchezza del potentissimo papero.

Nato dalla matita di Carl Barks nel 1947, Zio Paperone incarna lo stereotipo del miliardario medio, un avido e spietato magnate desideroso di accumulare beni materiali senza concedere il minimo benessere economico a suo nipote Paperino. Ossessionato dalla strega Amelia, Paperone de Paperoni ritrova un briciolo di umanità solo in presenza di Qui, Quo, Qua. Sotto questo aspetto, palese sarebbe l’analogia con Ebenezer Scrooge, il personaggio descritto da Charles Dickens ne “Il Canto di Natale”.

Chi pensa, però, che l’eccentricità caricaturale di Zio Paperone sia solo frutto della fantasia di un visionario fumettista, è probabilmente in errore. Già, perché spulciando negli archivi storici del nostro nobile ed ecclesiastico passato ci accorgiamo che nella Roma del tredicesimo secolo, un vescovo cattolico, appartenente all’ordine dei domenicani, rispondeva al nome di Paperone de’ Paparoni.Paperone_de_Paperoni-345x380

Discendente di un’illustre famiglia laziale, il vescovo Paparoni resse la Diocesi di Foligno dal 1265 al 1285 e quella di Spoleto fino al 1290, anno della sua morte.

Attenzione, però! A differenza dell’omonimo disneyano, Paperone de’ Paparoni si distinse per la sua magnanimità contribuendo, nelle due città umbre sopra citate, alla costruzione di numerosi conventi ed edifici religiosi.

Tornando al ben più note Paperone made in Disney, piace ricordare una sua singolare interpretazione del cogito cartesiano: «Cogito ergo sum, è del filosofo Cartesio il seguente pensiero: è pertanto evidente che chi non pensa non esiste, ma chi non esiste non paga le tasse e chi non paga le tasse non ha pensieri!»(da I pensieri di Paperone, 1973).