Poco più di una settimana fa, mi son trovato davanti ad un bivio. Dover scegliere tra un part-time da impiegato statale, a 900 km da casa, o il lavoro autonomo nell’ufficio sotto la mia stanza, tra le strade della mia città. Ho scelto la seconda.
Ho visto una città oscura, dove i negozi erano chiusi e le vetrine monotematiche: Vendesi. Il deserto della sera, il freddo che bussa alle ossa e le nubi, minacciose, che fanno capolino dalle montagne circostanti.
Era Como. Una città bellissima, con panorami mozzafiato, ma soffocata dalla umana comprensibile disperazione, tanto che il clima sembra quasi entrare in simbiosi con l’animo di chi ha perso tutto. Ho passato una settimana lì, e una notte insonne, prima di partire, presagiva quel che avrei trovato.
I motivi della mia scelta sono molteplici, ma uno in particolare voglio condividerlo. Ho pensato alla mia terra, al sole, alle persone. A quel poco che son riuscito a mettere insieme, alla voglia di ricrescere qui, rifiorire. Tornato alla mia “Itaca” ormai da qualche anno, ho deciso che questo è il posto dove voglio stare.
E il piacere della scoperta, a parer mio, deve esser sostenuto da quello per la riscoperta: di sé stessi, delle proprie capacità, delle proprie origini.
Sarà la prima delle mie avventure.
Giuseppe Suriano
[Foto copertina: www.parchinsieme.it ]