
Ci accompagna il brulichio notturno del popolo dei camion,
comete di fragore, luccichio vano del presente,
scie di fulgori a sciami, rivelazioni di dinamiche
di merci, di sbuffi e soffi, di movimenti di un respiro
che si ciba di solitudine e di fretta, s’agghinda
degl’incubi della mezzanotte, forse sogna un futuro
di magie di zucche e di carrozze, s’infila in un paesaggio
di paesi in agguato, di nuvole che premono e promettono,
di piogge oblique nel brillio dei fari, l’esuberante
popolo dei camion nella festa delle autostrade,
nella fuga dei peripli e dei porti, negli slanci e nelle
astuzie, nelle arguzie dei motori, trasportano a bordo
una fanfara di desideri e smarrimenti, di fervide
illusioni, nella notte la fantasia dei camion fende
l’umidità, s’inoltra nella nebbia, si scrolla come i cani
ogni pensiero filosofico, s’inerpica lungo le scoscese voragini
dell’oscurità, ricolme di serpenti, d’insidie, frequenta
il mistero, e come tutto brilla d’inconsapevole elettricità.