
Articolo 2 (TUE)
“L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”.
Articolo 3 (TUE)
“L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli”.
Tutti abbiamo visto gli ultimi cinque minuti dell’incontro tra Trump e Zelensky, (era presente anche il vicepresidente USA, Vance), alla Casa Bianca. Tutti abbiamo visto come Trump (e prima di lui Vance) abbia “maltrattato” il presidente ucraino.
Ma, in realtà, per poter giudicare quei cinque minuti di “scostumatezza” dell’uomo più potente del mondo, dovremmo vedere tutto il video, che dura quasi un’ora, in cui c’è stato il confronto tra questi tre uomini. E allora , forse, se lo vedessimo tutto quanto, non addosseremmo a Trump, che certamente non è un uomo gentile, né fa della gentilezza la sua cifra, (Trump è veramente il nuovo sceriffo in città), tutta la brutalità di cui è stato accusato. Egli è un uomo rude, un uomo che non vuole perdere tempo, un businessman abituato a comandare e a decidere. Questo è un dato di fatto incontrovertibile. Tuttavia, Trump si è trovato di fronte un uomo che, anzitutto, esteticamente parlando, presentandosi sempre con quella mimetica dà proprio l’impressione di sentirsi perennemente in guerra e, soprattutto, di volerla continuare. Peraltro, sono tre anni che vediamo Zelensky elemosinare armi e sostegno dagli altri Paesi del mondo, spesso in maniera anche piuttosto arrogante (chi si ricorda più del suo collegamento in diretta on line con la Knesset?). Egli ha chiesto a Trump di avere ancora armi e naturalmente Trump gli ha detto che non spenderà più un dollaro per lui, che non manderà neanche un uomo a combattere per l’Ucraina e che se Zelensky era venuto per firmare una bozza di accordo di pace, facendo quelle richieste, dimostrava di non averne minimamente l’intenzione.
Trump lo ha mandato male e quindi gli ha detto che non c’è trippa per gatti.
Ora, Trump si è dimostrato coerente con l’idea e le promesse fatte in campagna elettorale, ovvero che se fosse stato eletto, avrebbe fatto finire la guerra. Il suo obiettivo è pacificarsi con Putin, riposizionare gli Stati Uniti, – che sono il vero sconfitto di questa guerra- , nei rapporti di forza dello scacchiere mondiale (in cui il terzo incomodo, con cui convivere e fare affari è la Cina).
Epperò, Trump, che ha chiaramente addossato a Biden l’errore della guerra (ma “qualcosina” ha trascurato di raccontare…), ha urgenza di far finire la guerra, ed è chiaro che se Zelensky gli chiede, come gli ha chiesto, altre armi, non può che reagire come ha reagito. Fin qua, tutto sommato, nessuna meraviglia.
La cosa veramente scandalosa, invece, in questo momento storico, è l’atteggiamento dell’Unione Europea.
Questi 27 Paesi, si sono infilati, sua sponte, in una sorta di prolungato incubo a occhi aperti, di fatto dichiarando guerra alla Russia, cui hanno indirizzato sanzioni economiche che si sono rivelate vere e proprie “auto- sanzioni”.
La presidente della Commissione Europea, – una donna che non hanno eletto i cittadini e che si permette di bypassare l’unico organo eletto, il Parlamento Europeo, – ecco, questa donna, ha proposto un piano, francamente irricevibile, di 800 miliardi di euro di investimenti in nuove armi.
Questo piano dovrebbe essere finanziato da ciascuno dei 27 Paesi.
L’obiettivo non è quello di creare un esercito dell’ Unione Europea, ma di aumentare le spese militari, a carico di ciascuno stato. Ciascuno dei 27 Stati (ma, per buona sorte, l’Ungheria di Orban si è messa di traverso, facendo venir meno l’unanimità, che, nel caso specifico è necessaria per approvare questo progetto delirante!) dovrebbe finanziare questa follia senza per questo ricadere nei meccanismi restrittivi dei vincoli di bilancio. Cioè, in pratica, mentre se ciascuno stato volesse aumentare le spese per scuola o sanità, dovrebbe stare attento a non sforare (vincoli demenziali, peraltro), per le armi invece no, tranquillamente può aumentare il deficit: non si può certo dare un dispiacere ai produttori di armi!
Ciò che conta è fare la guerra, armarsi fino ai denti.
Tra l’altro, i lobbisti delle imprese che producono armi si sono fatti sentire e sono stati ricevuti, in centinaia di incontri, dai politici europei.
Ursula von der Leyen e la sua sodale Kaja Kallas, alta rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (???), in questa UE governata da tecnocrati e lobbies, si stanno spendendo per continuare una guerra che i Paesi che la combattono, Usa (per interposta Ucraina) e Russia, vogliono concludere, e per un riarmo che, di conseguenza, non si capisce bene a cosa serva (o forse si capisce benissimo!)
Questo piano da 800 miliardi, se andrà in porto, sarà la pietra tombale sull’Unione Europea, sui suoi valori fondativi che sono (erano?) la pace tra i popoli, il benessere dei cittadini, la libertà degli stessi.
Adenauer, Schuman, De Gasperi, Spinelli si staranno rivoltando nella tomba!