Non tutti sanno che a Palazzolo Acreide in provincia di Siracusa esiste un posto dove è possibile ripercorrere la storia dell’informatica, dalla “preistoria” ad oggi: è il Museo dell’Informatica Funzionante (http://museo.freaknet.org/it)
Si tratta di un luogo dove i visitatori hanno la possibilità di toccare con mano e usare computer che fanno parte della storia dell’informatica o imparare le basi dell’elettronica.
Personalmente, mi piace vederlo come un museo di conoscenza condivisa.
Per capire cos’è, come è nato e perché, abbiamo fatto due chiacchiere con Gabriele Zaverio, uno dei fondatori di questo museo sui generis.

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1) Ciao Gabriele, prima doverosa domanda: com’è nato il Museo dell’Informatica Funzionante?
Nel 1997 a Catania all’interno di un Centro Sociale apriamo il primo laboratorio in Europa per fornire un account personale con accesso internet agli abitanti del quartiere, visitatori, immigrati, studenti; tutto realizzato con computer donati da volontari o recuperati letteralmente dalla spazzatura. Alcuni di questi, troppo “anziani” per essere connessi ad una rete ed a Internet, sono stati conservati. Da qui all’idea di una esposizione di pezzi storici il passo è stato breve.
E quindi nel 2003 ci siamo spostati a Palazzolo Acreide dove è nato un Museo vero e proprio, in cui restaurare e rimettere in funzione i pezzi secondo rigorosi procedimenti nel rispetto della loro integrità storica. Abbiamo anche raccolto le esperienze antropologiche di chi li ha usati in prima persona. Oggi collaboriamo attivamente con il Museo Interattivo di Archeologia Informatica di Cosenza (MIAI), ci consideriamo quasi una entità unica con due sedi collegate tra loro da un filo invisibile.

2) Tre motivi per i quali vale la pena visitare il museo.
– Il divertimento che si prova nell’usare questi computer storici
– La possibilità di scoprire il passato digitale, rapportato al mondo tecnologico in cui oggi viviamo immersi
– Una esperienza unica dato che siamo l’unico museo, insieme al MIAI di Cosenza, che offre l’esperienza diretta di computer storici funzionanti ed utilizzabili.

3) Qual è la tipologia dei visitatori del museo?
Spazia dagli appassionati del genere, studenti, esperti di elettronica ed informatica, fino a giovani ragazzi curiosi del passato. Ci sono anche molti anziani che vengono a raccontare le loro incredibili esperienze di un’epoca in cui si usavano, ad esempio, le schede perforate al posto delle chiavette USB 🙂

4) Quali sono i pezzi che attirano maggiormente la curiosità dei visitatori o quelli dei quali siete più orgogliosi?
Sicuramente il Digital PDP-11/34, un computer del 1976, da noi restaurato e rimesso in funzione dopo un anno di studi alla ricerca di un guasto specifico; è un computer la cui potenza di calcolo è stata scelta come unità di misura per tutti gli altri a venire (1 MIPS, cioè 1 milione di istruzioni al secondo); poi il nostro sistema APPLE 1, il primo computer della Apple progettato dal genio di Steve Wozniak (e non Steve Jobs, come erroneamente si legge ovunque), ricostruito da zero in 2 anni di lavoro, utilizzando componenti il più possibile dell’epoca degli originali (1976 o antecedenti) e secondo criteri filologici molto rigorosi. Ovviamente, funzionante!

5) Dal 23 agosto al 21 settembre, a Siracusa (alla galleria Montevergini), è in programma una mostra dedicata alla storia del Videogame ed al suo impatto su arte e cultura. Ci puoi raccontare qualcosa in più su questa iniziativa?
È una mostra articolata in tre sezioni; una sezione chiamata “Insert Coin”, che ospita una selezione di 21 videogiochi storici, a cura del Museo; una sezione chiamata Reject Coin, che ospita opere interattive multimediali di Studio Pontaccio, Studio Pigreco e di artisti come Stefano Roveda e Giacomo Verde, fortemente critica rispetto al tradizionale approccio militaristico e sessista di molti videogames, nonché una sezione chiamata “Game Art”, a cura di Guido Gaudioso, che ospita una selezione di opere d’arte di artisti italiani e stranieri sul tema del Videogame, di notevole interesse. È un tuffo nel passato con una visione chiara sul nostro futuro che, speriamo, possa solo migliorare. Per maggiori informazioni, il sito internet è http://insertcoin.freaknet.org , mentre questo è il link della pagina Facebook

Antonella Falcone 


[ Foto: Antonella Falcone + Museo dell’ informatica ]