
“Dammi da bere i baci della tua bocca”
(Cantico dei Cantici, 1,2)
Il Dio biblico ama, è un Dio che bacia. Il bacio è comunicazione di respiri e di vita.
Il bacio indica fraternità, amore, relazione e tenerezza. Il respiro di Dio, il suo bacio ha reso l’uomo sua somiglianza e sua immagine. Il bacio di Dio ha reso quel pupazzo di fango un’anima vivente, capace di Dio.
Nondimeno, quel bacio d’amore donante l’Amore è stato tradito. Quel bacio eterno è stato incompreso e l’Amore è stato sostituito dall’idolatria. Ma il bacio tradito, in Dio, trova il bacio redentore. La morte, la maledizione, la sconfitta fatta di sputi, di insulti trova nell’ultimo attimo dell’esistenza di Cristo il tempo per un bacio. Lui baciato da Giuda, tradito da quel linguaggio che esprime amore e tenerezza, trova la forza di baciare.
Come nella creazione dell’uomo, Dio bacia ancora, sulla croce, Gesù bacia l’umanità. Gesù bacia ancora l’umanità nel Cenacolo, offrendo la pace e la forza del perdono perdonante senza tempo. Dona il suo respiro, dona la sua vita, prima di morire, bacia come Risorto, ispirando vita nuova. Il bacio creativo tradito, dalla bocca di Gesù, diviene bacio redentivo che libera da ogni tradimento.
Ancora, il respiro, il soffio di quel bacio, viene donato a tutti nella Pentecoste; l’Amore che è soffio e fuoco nella passione di un bacio, trova la pienezza di questo gesto umano proprio in Dio, nell’ebrezza dello Spirito che si fa linguaggio universale, abbattendo l’idolatria della nostra Babele.
San Paolo parlerà del saluto della pace con il segno del bacio. I sacerdoti baciano la Parola e l’altare, luogo del sacrificio, come si bacia la persona più amata, trovando lì il Cristo. Nella tradizione ebraica, si parla della morte, come del bacio freddo, segno che permette di passare dagli incontri della terra all’incontro con Dio. I medici fanno notare che gli uomini, nel momento supremo, tendono a trattenere il respiro; Cristo invece lo dona. Noi ci attacchiamo alla vita e lui la dona, baciandoci.
Sapendo ciò, qualunque bacio venga dato, dalla spiritualità all’amicizia, dalla fraternità alla passione, non va banalizzato, perché questo gesto porta in sé qualcosa di divino. Sapendo ciò, chi desacralizzerà questo gesto, conoscendone la spiritualità o meglio l’umanità di un Dio che ci ama così, non farebbe forse un attentato al profumo dell’umanità?
Possano i baci traditori sperimentare quello redentore, il bacio che riscatta e dona vita, la Vita vera.