
Ammettiamolo, le treccioline di Gullit hanno rappresentato gli anni 90 in tutto e per tutto, uno status symbol che, da quel momento, ha trasformato i calciatori in vere e proprie icone fashion.
Ma se i capelli di Valderrama hanno colorato le notti dei mondiali americani e quelle della sua Colombia, la ”penna bianca” di Fabrizio Ravanelli è stata l’incubo di molte difese italiane ed internazionali visto che il numero undici bianconero ha deciso anche una finale di Champions’ contro l’Ajax.
Già, i capelli. Quasi una forza mistica, quell’energia divina che permetteva a Sansone di smuovere le montagne, segno di volontà e, perché no, anche di appartenenza. D’accordo, le creste di Hamsik, Vidal ed El Sharaawy lasciano il tempo che trovano ma la pelata di Vialli, gesto di solidarietà verso l’ex compagno Andrea Fortunato deceduto per leucemia, mostra a tutti che ciò che serve avere in zucca è del buon sale.
E di sale in zucca Giacomo Cannone sembra averne abbastanza. Premiato lo scorso maggio a Francoforte ,con e grazie a tutta l’Accademia U.A.A.A.M.I di Barletta, come ‘’miglior acconciatore del mondo’’, Giacomo ha fatto dei capelli un vero e proprio stile di vita, la motivazione primaria di un lavoro che è molto più di un sostentamento economico, è un’arte in cui la forbice sostituisce il pennello.
Ciao Giacomo, è stato un titolo preso…per capelli?
Assolutamente no. Sinceramente il nostro team se lo aspettava un po’. Non vi nascondo comunque che la cosa mi abbia regalato una gioia indescrivibile, da condividere con Francesco Montrone, vincitore di una medaglia di bronzo, e con Giovanni Simone e Maria Stefania Andriolo, gli altri ragazzi protagonisti di questa fantastica avventura, classificatisi rispettivamente quarto e quinta nella categoria Senior Ladies, prova Progressive Cut and Style.
Ci scommettiamo. Da quanto tempo svolgi questo mestiere?
Fin da bambino, dopo scuola, mi recavo nelle botteghe dei barbieri dell’epoca. Crescendo, in seguito, ho capito che questo poteva diventare il mio mondo, l’habitat ideale per potermi esprimere liberamente, proprio come un pittore su una tela. La mia ispirazione è stata senza dubbio la creatività di Mario Piccininno, mio amico e mentore, nonché detentore addirittura di 5 titoli mondiali, a cui devo tutto e senza il quale non avrei mai intrapreso questo cammino pieno di soddisfazioni.
Un capolavoro, appunto. Solo che le opere di Giacomo non sono visibili in un museo ma nelle capigliature dei suoi clienti. Gli occhi sono lo specchio dell’anima e, forse, i capelli il metronomo del nostro stato d’animo.
Pensateci bene, ci capita spesso di diagnosticare i caratteri altrui osservandoli da capo a piedi, a torto o a ragione, siamo ciò che mostriamo.
Giacomo Cannone ha indissolubilmente legato il proprio nome a quello della moda internazionale. Il suo genio si espande dalla Germania all’Olanda, si estende tra la Francia e la Russia. Paese, quest’ultimo, in netta ripresa socio-economica, dove l’attenzione ai dettagli è fondamentale e il glamour va di pari passo con i risultati sportivi di una Nazionale qualificatasi ai mondiali per un pelo, anzi un…Capello!