Il restauro elemento indispensabile per la conservazione e valorizzazione dei beni architettonici

La tematica del restauro architettonico riguarda tutto il Belpaese, considerato non a torto uno scrigno di tesori mondiali incommensurabile. La nostra regione ha particolarmente a che fare con tale situazione, presentando molteplici elementi in questione, come, ad esempio, i centri storici. Il tema del restauro architettonico rappresenta una importante parte del corso di laurea in Architettura del Politecnico di Bari. Studi e ricerche, condotte nel Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura (dICAR) del Poliba, trovano applicazione in terra pugliese. In concomitanza con due eventi di livello internazionale, lo scorso 1° settembre sono state inaugurate due mostre, “Il restauro nel Politecnico di Bari, itinerari di ricerca per la conservazione e la valorizzazione del patrimonio costruito” e “Il dICAR per la Puglia e la Terra di Bari, esposizione degli studi e delle ricerche nel settore del restauro”.

Si tratta di due manifestazioni, organizzate dal settore disciplinare del Restauro del dipartimento ICAR. La location della prima mostra è stata al Salone Internazionale del Restauro di Bari, presso la Nuova Fiera del Levante, dal giorno di inaugurazione fino al 3 settembre. In tale mostra sono stati ammirabili i risultati delle ricerche del Politecnico e del Dipartimento ICAR tenutesi nelle località pugliesi nelle quali sono stati firmati i protocolli d’intesa con le rispettive Amministrazioni Comunali; si ricordano, ad esempio, Altamura (BA) e Ascoli Satriano (FG). Degli esempi sono in tavole e disegni. Hanno partecipato Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di BR, LE e TA. La mostra persegue due finalità: la prima è di evidenziare la presenza di Restauro del dICAR nel territorio della nostra regione e la collaborazione con le Istituzioni della Puglia attive nel settore dei Beni Culturali al fine di ottenere una visione strategica per la protezione e la rivitalizzazione di patrimoni poco noti; la seconda è la promozione di progetti di formazione, conservazione e valorizzazione del patrimonio tramite accordi per quanto concerne le opere trascurate.

La mostra consta di tre sezioni, con tre itinerari di ricerca: “Architetture fortificate”, con la docente di Restauro Architettonico Rossella de Cadilhac. La mostra mira a rispondere a urgenti quesiti, del tipo: Quali sono le prospettive future di un patrimonio non sempre adeguatamente tutelato e valorizzato?

Secondo alcuni studiosi, elementi tipici del territorio pugliese, come le fortezze, abbiano perso la loro caratterizzazione a causa della mancanza della loro funzione originaria. Sono significativi dei casi studio che pongono il problema della conservazione e della rivitalizzazione, raggiungibili attraverso la diffusione della conoscenza e l’assicurazione di migliori condizioni, rispettando le caratteristiche dell’elemento e le richieste della comunità. Si ricordano i casi studio di vari castelli, come quello di Ginosa, elaborati nel Politecnico e citati in tesi di laurea di Architettura che hanno ricevuto un apposito riconoscimento. Il secondo percorso è stato il “sito di Ascoli Satriano” (FG), con il prof. Ignazio Carabellese, anch’egli avente a che fare con il Restauro Architettonico. Qui sono presentati i molteplici valori del territorio, partendo dall’origine romana di Ausculum, nel quale si ricordano eventi bellici e opere artistiche e architettoniche. La ricerca approfondisce l’esplorazione della città e delle opere edilizie più importanti; un esempio è il castello Marulli, che permette di conoscere le variazioni e le caratteristiche delle generazioni che qui si sono stabilite.

L’ultimo percorso è stato il “Restauro urbano”, con il prof. Giacomo Martines. Il tema è stato la valorizzazione dei contesti paesaggistici insediativi. Si ricordano gli estratti delle ricerche svolte grazie ad accordi quadro e convenzioni di trasferimento tecnologico convergenti sui siti di Gravina in Puglia (BA), Carosino (TA), Spinazzola (BAT) e centri urbani della Foce del Tevere (Roma). A Bari, per il “BiArch, il Festival Internazionale dell’Architettura di Bari”, tenutosi presso Palazzo Simi, c’è stata la seconda mostra, “Il dICAR per la Puglia e la Terra di Bari, esposizione degli studi e delle ricerche nel settore del restauro”, organizzata dal Dipartimento ICAR del Poliba, Dal 1° settembre al 20 settembre è possibile visitarla. L’obiettivo della mostra è ridare al territorio pugliese uno spaccato di ricerche e studi realizzati nel Poliba, permettendo ai pugliesi di comprendere l’importanza culturali del patrimonio regionale. Vi sono tre Sezioni che presentano alcuni temi di ricerca pregnanti del settore disciplinare: “Architetture degli Ordini Mendicanti”, con la prof. Rossella de Cadilhac; “Architetture religiose”, con il prof. Ignazio Carabellese; ‘’Centri Storici’’, con il prof. Giacomo Martines, che lavora nello stesso ambito dei suoi due precedenti colleghi. Anche in questo caso, per settore, ci sono numerosi siti e monumenti: quelli conventuali, per esempio, di Brindisi, Barletta e Trani; le chiese, come nel caso di Bari, Molfetta e Monopoli e i centri storici di Altamura, Gravina e Taranto. Si tratta sicuramente di una interessante iniziativa, che permette ai pugliesi non solo di conoscere e apprezzare meglio il vasto patrimonio culturale del quale dispongono, ma che insegna a doversene prender cura.


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.