Dovrebbe annoverare al suo interno circa 300mila voci divise in 103 categorie
I recenti accordi fiscali tra i colossi del web e l’Agenzia delle Entrate italiana ha riproposto i dubbi sull’importanza dei contenuti online rintracciabili su varie piattaforme. Che internet abbia rivoluzionato il modo di fare ricerca è lapalissiano, come altrettanto vera è la necessità di affidarsi a diversi motori di ricerca per raggiungere lo scopo o la notizia per cui abbiamo deciso di navigare.
“Wikipedia”, nello specifico, rappresenta la più vasta enciclopedia virtuale al Mondo, un portale che attecchisce sulla quasi totalità territoriale del Pianeta. Già, quasi. Perché il Governo di Pechino, fino a poco tempo fa, impediva ad un miliardo e trecento milioni di cinesi di accedere a tutti i servizi della rete. All’ombra deI sole orientale, infatti, la censura la fa da padrona e gli utenti possono consultare solo libri di carta o pagine di approfondimento sottoposti ad accurato pre-filtraggio.
Oggi, in seguito ad un’esigua apertura caldeggiata da un decreto legge del 2011, la libertà di stampa potrebbe, finalmente, trovare sfogo nel progetto presentato dal Direttore Esecutivo, Yang Muzhi, all’Accademia cinese delle Scienze di Pechino. Con l’intento di realizzare una “Grande Muraglia della cultura”, e dopo un’attenta selezione, ventimila accademici hanno tentato di rendere disponibile tutta la conoscenza possibile secondo le linee guida del Partito Comunista.
Ribattezzata Chinapedia, l’enciclopedia, operativa, nelle migliori delle ipotesi, dal 2018, dovrebbe annoverare al suo interno circa 300mila voci divise in 103 categorie. La digitalizzazione, però, non potrà contare né su modifiche ad libitum, né sugli omaggi di ricercatori volontari, pratica, invece, consueta ed essenziale per il successo della più famosa Wikipedia.
“Il nostro obiettivo non è di raggiungere, ma di superare”, ha precisato Yang Muzhi, esprimendo soddisfazione per un piano di comunicazione che punti alla più celere trasmissione di dati rilevanti, propaganda culturale per “guidare il pubblico e la società” oltre le retrogradi imposizioni della vita reale.