“Ottanta chili per un metro e 78, bello, elegante, gentile, ottimo cuoco e davvero bello e gentile”: Amy vuole che Jason sia felice anche quando lei non ci sarà più. Si è spenta ieri notte. Storia di un amore ad oltranza

 

Mamma, ti prego, leggimene ancora un’altra…”  La sera del 5 settembre 2015, Amy Krouse Rosenthal ripose il libro miniato di favole per bambini sul comodino alla sua destra. La storiella la conosceva a memoria, l’aveva scritta di proprio pugno, lei, story-teller per passione, si guadagnava da vivere solleticando la fantasia dei più piccoli e, naturalmente, dei suoi tre figli. Chicago le stava stretta, troppa violenza, troppe ingiustizie, troppe lotte razziali in una realtà totalmente diversa e lontana dai paradisiaci paesaggi che amava descrivere con spiccata cura dei dettagli.

Quella sera, Amy volle fare una passeggiata, mano nella mano, sorretta sentimentalmente da Jason, suo marito da ventisei anni. Un dolore lancinante le accarezza malignamente il lato destro del basso ventre. L’ospedale dista tre isolati, i coniugi ci arrivano barcollanti di fronte alla sospetta appendicite, ma il responso medico è di tutt’altro tenore: cancro ovarico.

Amy era una malata terminale che si è affidata alle pagine del New York Times per ricordare al mondo quanto talento ci sia nella sua penna. Un talento intriso d’amore, amore lungimirante, scientifica lucidità di chi istintivamente ha corso il rischio di metter su famiglia. Già, perchè per Amy non c’era alcun pericolo nell’aspettare aldilà, il vero ostacolo da superare era la vita adesso. Amy si è rivolta, soprattutto, alle lettrici dell’amena missiva. Le abbracciava idealmente, proponendole come potenziali spose per suo marito.

Amy desiderava che Jason fosse felice anche quando lei sarebbe venuta a mancare. Confessava timidamente che le sarebbero mancati i gustosi cheeseburger e gli inebrianti Martini del giovedì sera al Green Mill Jazz Club, ma, scherzosamente, diceva di accontentarsi della “succulenta morfina” di cui, ormai, era necessariamente ghiotta.

Una dichiarazione d’amore, elucubrazioni ad oltranza con tanto di curriculum matrimoniale: “Ottanta chili per un metro e 78, bello, elegante, gentile, ottimo cuoco e davvero bello e gentile”. Una biografia coi fiocchi.

Amy, story-teller per passione, si è spenta ieri notte. Ha combattuto per guadagnarsi l’eternità tra le pagine di un libro da tirar fuori dal cassetto dei brutti ricordi, una favola che iniziasse con un “C’era una volta…” e finisse nella dovuta infedeltà di un innamorato Principe Azzurro.

Ciao, Amy. Fai buon viaggio.