Libere divagazioni a proposito di E fu sera e fu mattina… genesi di una reclusione (PAV Edizioni 2021)

Agata la conosco da quando era una bambina, piccina piccina. Questo vuol dire che forse non sono la persona più adatta a scrivere una recensione per il suo ultimo libro, che poi è anche il primo.

O forse lo sono più di tanti altri. Di tutti no, non si può scrivere, che pare assai presuntuoso.

Agata è oro vivo, ironia e autoironia, risata disarmante, occhi provocanti.

Agata fa la sbarazzina, ha cervello fino, cuore grande, sensibilità fuori del comune.

Agata si incazza, poi perdona, dice che con certi idioti non vuol avere più a che fare, poi ci ricasca.

Agata è coinvolgente e travolgente. È anche attrice, e si sta affermando a livelli sempre più alti, ma te la puoi ritrovare a fare la cameriera ché, a chi fa la gavetta, il lavoro non ha mai fatto schifo, quale che esso sia.

Agata piange, poi ride per nascondere le lacrime e versare balsamo sulle ferite.

Agata è forte, tosta proprio, e non s’arrende, anche quando prende le mazzate. Che non restituisce, perché non è vendicativa.

Agata osserva, segna e annota. Nel bene e nel male. In ciò che è nobile e per ciò che fa schifo.

Agata è come Gaber: sguardo dissacrante sulle nostre ipocrisie, sdegno per ciò che è vile, ma poi …io non mi sento italiano (andriese), ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Agata non ha paura di dire che ha paura.

Agata non ha paura di tornare a innamorarsi.

Agata ce l’ha con Salvini, Meloni e Renzi. E vorrei dire: come darle torto?

Agata, in pandemia, si è innamorata di Conte: infatti l’hanno giubilato.

Agata ha messo a nudo tutte le nostre contraddizioni: e pure le sue.

Agata si è sfondata di biscotti, pizza e focaccia: i domiciliari le hanno rimesso ciccia. A lei no, ma a tanti questa cosa ha fatto piacere…

Agata è una femminista 2.0, che adora sua nonna (la vera femminista di casa), è la migliore amica di sua mamma (che prenderebbe a schiaffi, certe volte) e rimarrà a vita la m’nenn’ (la bambina) del suo papà (che pure lui lo prenderebbe a schiaffi, non solo certe volte…).

Agata è la migliore voce che io abbia letto per tornare a rivivere giorno per giorno, in cinquantasei giorni, esattamente dal 9 marzo al 3 maggio 2020, il primo, violento schiaffo del Covid 19. Ne sarebbero arrivati altri, e di peggiori, ma quei primi due mesi chi se li dimentica!

Agata è …il suo libro!

E sì, vi avevo promesso una recensione e, infatti, scrivendo di lei, vi ho detto cosa troverete nel suo gustosissimo diario intitolato E fu sera e fu mattina… genesi di una reclusione (PAV Edizioni 2021).

Ci troverete tutta Agata e, insieme, ciascuno di noi, tutto intero eppure snocciolato pezzo per pezzo, una riga dopo l’altra.

Quasi dimenticavo: Agata scrive da Dio! Leggetela e non ve ne pentirete. Casomai, riderete amaro.

E fu sera e fu mattina: è nata una penna.


Articolo precedenteSì, ma quando???
Articolo successivoNon chiamatela nostalgia (si stava meglio quando si stava peggio?)
La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...