Sole, sport, amicizia, buona tavola e un’organizzazione perfetta: si può volere di più?

Dopo quella di Montaltino, si trattava della seconda tappa del circuito Puglia Trail.

900 iscritti, uno scenario unico al mondo, un sole venuto a incorniciare l’evento, la primavera esplosa in tutto il suo rigoglio e poi tanta, tantissima amicizia, condita da amore per lo sport e passione per la corsa: sono le prime parole che vengono in mente per raccontare la quarta edizione dell’Eco Trail Castel del Monte, tenutasi domenica 24 marzo.

Dopo quella di Montaltino, dello scorso 17 febbraio, si trattava della seconda tappa del Circuito Puglia Trail (clicca qui per il caledario delle gare). L’Eco Trail di Castel del Monte, encomiabilmente organizzato dagli atleti dell’Associazione Maratoneti Andriesi (AMA), è ormai un appuntamento classico per gli amanti del trail, ma anche per i runners da asfalto: i numeri già elencati parlano da sé e gli organizzatori hanno dovuto chiudere le iscrizioni per sold out. Peraltro, al percorso tradizionale di circa 16 km si è aggiunta quest’anno una camminata di 8 km per gli amanti del fit walking o per chi, semplicemente, aveva il desiderio di condividere una passeggiata tra sorrisi e natura.

Impegnativo, invece il percorso di gara. Si partiva dal maniero federiciano e giù in picchiata, su percorso sterrato, fino a incrociare la strada dell’acquedotto. Di lì, il sentiero saliva con tre rampe che, a circa un terzo del percorso conducevano nel tratto centrale, in falso piano, con una mirabile visuale sulle Murge dominate dal Castello e in direzione Bosco Finizio. Attraversato il bosco, con angoli che ti avrebbero fatto credere di essere sulle Dolomiti, iniziava il ritorno, lungo un anello che lambiva la Masseria di 6 carri e ritornava alle falde di Castel del Monte. L’ultima fatica era rappresentata da una rampa di circa 400 metri e poi l’arrivo di nuovo giù in picchiata.

Come sempre, l’AMA non bada a spese quando si tratta di rifocillare gli atleti in gara e il ricco buffet che attendeva gli esausti concorrenti ha fatto onore alla tradizione.

Una menzione speciale per la medaglia: il bassorilievo che rappresenta il Castello la rende una delle più belle mai viste, anche se paragonata a quelle di gare ben più illustri, tanto che non sono pochi quelli che l’hanno equiparata alle prestigiose medaglie della Maratona di Roma.

E non è tutto: al termine della premiazione, è partita la festa.

Balli, canti, ancora tanta allegria e, naturalmente, tavole imbandite…

Un plauso di cuore al presidente Mimmo Lorusso, storico ultramaratoneta andriese, a tutti i componenti del direttivo, a tutti i volontari che hanno dato una mano perché l’evento filasse nel migliore dei modi.

Quel che certo è che chi, come il sottoscritto, ha avuto la fortuna di viverla, una giornata così, non la dimenticherà facilmente…


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La mia fortuna? Il dono di tanto amore che, senza meriti, ricevo e, in minima parte, provo a restituire. Conscio del limite, certo della mia ignoranza, non sono mai in pace. Vivo tormentato da desideri, sempre e comunque: di imparare, di vedere, di sentire; di viaggiare, di leggere, di esperire. Di gustare. Di stringere. Di abbracciare. Un po’ come Odysseo, più invecchio e più ho sete e fame insaziabili, che mi spingono a correre, consapevole che c’è troppo da scoprire e troppo poco tempo per farlo. Il Tutto mi asseta. Amo la terra di Nessuno: quella che pochi frequentano, quella esplorata dall’eroe di Omero, ma anche di Dante e di Saba. Essere il Direttore di "Odysseo"? Un onore che nemmeno in sogno avrei osato immaginare...