Le foto di bambini gasati, nepalizzati, con la pelle bruciata sono sui media
Qual è il problema della Turchia con i curdi? Sono un popolo con una propria storia e bandiera ma senza essere una nazione, il Curdistan non esiste di fatto, perché diviso tra Siria, Iraq, Turchia e Iran. Per la maggior parte sono musulmani sunniti, sciiti, sufi e altre religioni. In Turchia i curdi sono all’incirca il 20 per cento della popolazione e sicuramente poco graditi visto il passato rivoluzionario: il partito dei lavoratori curdi, PKK, negli anni Ottanta cominciò una guerriglia armata repressa in prigione e sangue. Si battono da cento anni per la creazione di un loro stato indipendente.
Nel territorio curdo c’è il petrolio, stimata la produzione di 600.000 barili e più al giorno, un terzo di tutte quelle dell’Iraq, esportati quasi tutti verso il Mediterraneo attraverso la Turchia: se quest’ultima impedisse o limitasse l’accesso al petrolio curdo, lo 0.7% della riserva mondiale sarebbe compromesso.
Erdogan sta bombardando la Siria, Sere Kaniye e Tel Abyad, usa gas chimici forse nepal sulle popolazioni inermi. Gli Stati Uniti guardano impassibili insieme all’Occidente, tutti aspettano che la Turchia finisca di invadere la Siria in tranquillità. Fondamentale per la diplomazia mondiale, triste umanamente come scusa, è che nessun prigioniero dell’Isis venga liberato o che lo stesso non ritorni a nuocere.
Il Ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha specificato che nulla cambierà sinché i curdi non si ritireranno militarmente dal confine di Ceylanpinar. Formiche curde contro elefanti turchi. La Turchia è solo il regno di un altro folle imperatore che sparge il sangue lontano dal suo castello pulito.
Le foto di bambini gasati, nepalizzati, con la pelle bruciata sono sui media. Se a bruciare fossero i pozzi di petrolio e non la carne, le democrazie occidentali avrebbero già schierato le navi da combattimento e alzato in volo i droni per restituire giustizia sommaria. Eppure nuovi eroi moderni potrebbe osare di più, penso a chi si preoccupa per il clima nel tempo perso, come per gli alberi dell’Amazzonia o altre cause che non ti costringono ad indossare una maschera antigas o un giubbotto antiproiettile.
Adesso convinciamoci di una verità, che l’uomo è bene ma non è il bene. L’uomo uccide per sopravvivere e per compiacersi della propria forza. Piangiamo e recriminiamo ancora l’assenza non tanto di un Dio, ma degli uomini che in esso credono. Dimenticato la strage degli Armeni? Chi ha il potere di illuminare il mondo con una bomba nulla può filosoficamente e moralmente rispetto a chi può accendere una candela in ogni parte di esso per ammirare in pace il proprio fratello o sorella: praticamente è un alito contro il vento insensato della storia. Non aprite la Bibbia o il Corano, l’unica verità è una mano che da pugno può diventare carezza, si deve volerlo. Chi può decidere e concretizzare una guerra si fermerebbe se avesse una vita interiore. Abbiamo scordato chi siamo, sicuramente esploratori, non certo guardiani di una pace sempre minacciata. Chissà se c’è stato un tempo in cui per meravigliarci alzavamo gli occhi al cielo? Oggi la popolazione curda deve solo sentire qualche istante prima il boato per chiuderli in tempo. Non siamo padroni di nulla, la terra appartiene alle radici non ai piedi.