Perché tradurre è sempre interpretare…

I classici traducono i classici: non è uno scioglilingua, ma il tema della lectio magistralis che il prof. Paolo Fedeli terrà domani, giovedì 3 maggio, presso l’auditorium “Michele Palumbo” del Liceo Scientifico “R. Nuzzi”, ad Andria.

La lezione avrà inizio alle ore 17.00 e il prof. Fedeli, Accademico dei Lincei e docente emerito di lingua e letteratura latina presso l’Università “Aldo Moro” di Bari, illustrerà le traduzioni che Giacomo Leopardi e Cesare Pavese hanno eseguito dell’ode oraziana dedicata al monte Soratte, tratta dal primo libro delle Odi.

Ogni traduzione è, in effetti, una interpretazione che deve coniugare al punto giusto, da un lato, l’obbligo di fedeltà al testo da tradurre, dall’altro, la necessità di renderlo nel modo più efficace possibile nella lingua italiana la quale, proprio come un organismo vivente, continuamente si evolve.

Appuntamento, dunque, a domani, ore 17.00 presso l’auditorium “Michele Palumbo”.

Ingresso libero.


Articolo precedenteEmergenza educativa: si impone un nuovo patto sociale
Articolo successivoAbbandono
Chi siamo? Gente assetata di conoscenza. La nostra sete affonda le radici nella propria terra, ma stende il proprio orizzonte oltre le Colonne d’Ercole. Perché Odysseo? Perché siamo stanchi dei luoghi comuni, di chi si piange addosso, di chi dice che tanto non succede mai niente. Come? I nostri “marinai/autori” sono viaggiatori. Navigano in internet ed esplorano il mondo. Sono navigatori d’esperienza ed esperti navigatori. Non ci parlano degli USA, della Cina, dell’Europa che hanno imparato dai libri. Ci parlano dell’Europa, della Cina, degli USA in cui vivono. Ci portano la loro esperienza e la loro professionalità. Sono espressioni d’eccellenza del nostro territorio e lo interconnettono con il mondo. A chi ci rivolgiamo? Ci interessa tutto ciò che è scoperta. Ciò che ci parla dell’uomo e della sua terra. I nostri lettori sono persone curiose, proprio come noi. Pensano positivo e agiscono come pensano. Amano la loro terra, ma non la vivono come una prigione. Amano la loro terra, ma preferiscono quella di Nessuno, che l’Ulisse di Saba insegna a solcare…