“Se l’Europa non è più in grado di fornire i diritti fondamentali ai suoi cittadini, o se deve scambiare l’uno con l’altro, avrà perso la sua ragion d’essere”
Il Rapporto Draghi definisce molto chiaramente i rischi ai quali va incontro l’Europa nei prossimi decenni e propone un massiccio piano di investimento per salvare l’UE, per migliorare il nostro tenore di vita, ma soprattutto per mantenere vivi gli obiettivi fondanti: “la prosperità, l’equità, la pace in ambiente sostenibile.” È detto molto chiaramente: ”L’Unione Europea esiste per garantire che gli europei possano sempre beneficiare di questi diritti fondamentali. Se l’Europa non è più in grado di fornirli ai suoi cittadini, o se deve scambiare l’uno con l’altro, avrà perso la sua ragion d’essere.”
Il Rapporto analizza i settori economici (energia, ambiente, industria) in cui è urgente un cambio di rotta e spiega che in tutti questi il fulcro è l’innovazione tecnologica e più specificamente l’intelligenza artificiale (IA). È comunque ben viva nel Rapporto la consapevolezza degli effetti collaterali dell’IA sull’occupazione e sono invocate misure di compensazione in tutti gli Stati membri.
L’Europa è in ritardo rispetto agli USA e alla Cina in fatto di innovazione e ricerca tecnologica; i ricercatori europei e i brevetti prodotti in Europa emigrano.
Il Rapporto interviene sull’istruzione con direttive molto chiare:
- Potenziare l’educazione degli adulti, il lifelong learning.
- Potenziare l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori.
- Sviluppare Università di eccellenza.
- Rivedere i programmi scolastici
In Europa la media di laureati nelle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria, matematica) è di 850 per milione di abitanti; negli Stati Uniti è di 1100. Nelle prove OCSE PISA del 2022 solo l’8% degli studenti europei ha raggiunto un punteggio elevato in matematica, solo il 7% in lettere e scienze.
Di fronte al quadro tracciato dal Rapporto viene da riflettere sulla qualità della digitalizzazione in atto nelle scuole, che appare piuttosto superficiale: basti pensare che l’Informatica come materia teorica di fondo è presente solo in pochi indirizzi di scuole superiori.
Per quanto riguarda l’educazione degli adulti, il decreto legislativo 112 del 1998 ha trasferito ai Comuni le competenze in materia di educazione degli adulti, ma è molto raro vedere Assessorati alla cultura investire in questo campo.