
Non si è forse montato la testa?
Siamo capaci di passeggiare sulla luna, aspiriamo a raggiungere pianeti del sistema solare. Sondiamo le più remote profondità dell’Universo. Scaliamo le montagne più alte della Terra, raggiungiamo il fondo delle Isole Marianne, costruiamo tunnel sotto il mare, soggiorniamo per intere stagioni nella glaciale Antartide. Sfidiamo la natura, oltraggiandola, sfigurandola, saccheggiandola. Ogni giorno. Senza ritegno.
Ce la crediamo! Ci sentiamo forti, potenti! Invincibili! Siamo fermamente convinti che nulla potrà mai fermare le inesauribili risorse dell’uomo! Di quelli potenti, naturalmente! All’orizzonte, nessuna perplessità, sconfinata alterigia e tracotanza bellicosa.
Basta, però, un minuscolo virus per dare un colpo mortale alla nostra (s)mania di potenza. La paura irrompe tumultuosa, quando appaiono i primi sintomi, la tosse, la respirazione comincia a farsi difficile. Tremiamo convulsamente, quando passiamo in rassegna le sequenze dei feretri, le immani sofferenze da affrontare ed i postumi della patologia, se tutto va bene! Sopraggiunge il terrore di non farcela, quando, poi, la balbettante scienza ci comunica che siamo stati contagiati dal Covid-19.
Allora, forse solo allora, ci rendiamo conto della nostra infinita pochezza e cominciamo a fare il mea culpa, a volerci assumere le nostre responsabilità, a comprendere… che esistono limiti invalicabili… che non possiamo stravolgere le leggi della natura… che abbiamo esagerato… che l’animale uomo, tirando calci alla mongolfiera Terra, ha fallito. Per presunzione ed arroganza. Che ci siamo costruiti una smisurata e masochistica autostima sganciata da un progetto vitale e lungimirante. Partecipato.
Intanto, buio pesto. Un marasma economico, sociale, culturale, che sconquassa ulteriormente un mondo già in sfacelo. Manca un diafano orizzonte. I ricercatori navigano a vista tra mille contraddizioni e contrapposizioni. I politici non sanno che pesci prendere. La gente di ogni contrada annaspa. Si adira per essere costretta a rimanere in casa, nel vedere disfatto il proprio sogno di una crescita all’infinito. Mai che provi sdegno per le proprie velleità, per lo sfrenato consumismo, lo sfruttamento degli altri, il dissennato stile di vita. È un suo diritto, però, risalire la china!
Ma come? Pensa di salvarsi, di ritornare a nuotare, come prima, più di prima, in un mare ingiusto, incivile, iniquo, falso, corrotto, brutto. Pensa di continuare a spadroneggiare in una casa in cui è solamente inquilino… moroso. Semplicemente ricorrendo ad un’operazione di facciata, ad un espediente. Assumendo una condotta, un’iniziativa messianica! Frenetica è, infatti, la corsa per scoprire un vaccino, che salvi l’umanità annaspante dal virus che lei ha provocato
Ma chi sarebbe il messia? Chi si impegna giorno e notte in questa gara forsennata, imposta dall’urgenza e dagli interessi? Multinazionali, senza scrupoli. Come la Pfizer, che sdegnosamente pochi anni addietro dichiarò di non voler investire neanche un dollaro per debellare malattie come il Parkinson e l’Alzheimer. Lo scopo è esplicito, un profitto mostruoso, una montagna da capogiro di denaro e la gratitudine, quasi unanime, per la scoperta del magico siero. Nessun amore disinteressato per l’umanità sofferente!
È ora (se non adesso, quando?), invece, che l’uomo si ridimensioni… che impari ad avere il senso del limite… che si renda conto di essere fragile… che riacquisti umiltà… che riscopra i valori della prudenza, della lentezza, della solidarietà, della bellezza, dell’amore… che recuperi il valore del dubbio… che impari a comprendere e rispettare l’insuccesso, l’ombra, il dolore, la morte… che finalmente metta giudizio… che entri in crisi per quello che ha prodotto. Che si impegni a ideare, programmare, costruire, collegialmente una realtà… dignitosa, civile, giusta, equa, bella, rispettosa di tutte le forme viventi ed animate di energia.
Diversamente…una moltitudine di virus di varia natura, naturale ed artificiale, saranno in agguato per azzannare definitivamente non solo il bipede umano, artefice dei mali, ma anche l’intera vita sulla Terra.
Lei, nei miliardi che ancora le restano da girare intorno al sole, riuscirà, comunque, brillando di azzurro il giorno e punteggiandosi di stelle baluginanti la notte, a dar vita a nuovi ecosistemi. Lussureggianti. Forse senza l’uomo! Ma lei non se ne darà peso.
Una occasione sprecata, questa pandemia. La chance di andare oltre la rabbia sociale e gli ideatori da tastiera. Cavalcata, sponsorizzata dai veri uomini tecnologici: i gestori dei social.
Alla prossima pandemia.