La storia della prestigiosa Chiesa dedicata a San Nicola comincia nei primi del XX secolo, con delle fasi caratterizzate da difficoltà nell’edilizia

Per la sua unicità in Italia, la Chiesa Russa di Bari, rappresenta un importante polo religioso e storico, dando lustro alla regione che ha fatto da sempre, del dialogo tra cattolici ed ortodossi una delle sue più apprezzate caratteristiche. Infatti, la Chiesa dedicata al Santo di Myra, permette una costante comunicazione tra le comunità religiose cristiane cattoliche e ortodosse, non solo del nostro Paese. Ma scopriamone la storia.

Agli albori del XX secolo, lo sviluppo della produzione industriale porterà alla nascita delle periferie e della ferrovia nella citta di Bari. Nel 1911 la Società Ortodossa di Palestina acquistò delle terre situate proprio in periferia, al fine di realizzare la Chiesa Russa. Il compito di progettare l’edificio fu assegnato all’architetto Aleksej Viktorovič Ščusev, poi divenuto l’architetto dell’URSS, da un comitato ad hoc. Un anno dopo seguì l’approvazione del progetto da parte dello zar Nicola II. L’architetto si rifece alle antiche tradizioni edilizie di Novgorod-Pskov, una città situata nella Russia del Nord. Fu prestata molta attenzione alla costruzione in toto della struttura, con una notevole cura dei particolari. Due anni dopo l’acquisto dei terreni da parte della Società Ortodossa di Palestina fu avviato il cantiere. Nel 1914 la Russia partecipò al primo conflitto mondiale e questo determinò una importante riduzione dei contatti tra Bari e Mosca, cosicché divenne impossibile portare nel Belpaese gli elementi utili per l’edificazione della chiesa. Il cantiere terminò nel 1915. Con la Rivoluzione d’Ottobre del 1917 vi furono nuove difficoltà e per tal motivo, ad esempio, non è avvenuta la realizzazione dei cicli pittorici.

Come già sottolineato, per la sua unicità e l’importanza del ruolo che svolge, nel nome di San Nicola di Myra, per il dialogo dei cristiani dell’est e dell’ovest, è uno degli edifici simbolo che danno lustro alla Puglia nel mondo. Il 17 settembre scorso, in occasione del Festival dell’Architettura “BiArch” di Bari, si è tenuta una conferenza proprio sulla “Storia e l’Architettura del Complesso Monumentale della Chiesa Russa di Bari”. Tale conferenza è il risultato dell’interazione tra il Dipartimento di Scienze dell’Ingegneria Civile e dell’Architettura (DICAR) del Poliba, l’Associazione “Intercultura”, l’Associazione “Ponte ad Oriente – Bari” e rappresentanti dell’Accademia Russa delle Scienze, dell’Università Ortodossa Umanistica San Tichon di Mosca e della Facoltà di Architettura dell’Università Statale di Geodesia e Cartografia di Mosca. Il prof. Ignazio Carabellese DICAR – Politecnico di Bari- è stato il presentatore e chairman. Nelle relazioni svolte dal Prof. Michail Talalay Accademia Russa delle Scienze; Prof. Kirill Vach Accademia Russa delle Scienze; Prof. Yuri Savel Università Ortodossa Umanistica San Tichon di Mosca; Dott. Sergei Koluzakov Università Statale di Mosca di Geodesia e Cartografia – Facoltà di Architettura; Prof. Giuseppe Carlone DICAR – Politecnico di Bari; Dott. Arch. Giuseppe Berardi DICAR – Politecnico di Bari, sono emerse ulteriori note, approfondimenti e dettagli storico architettonici che fanno di questo edificio di culto, uno dei loghi simbolo dell’arte russa nel mondo, forse più conosciuto all’estero che nel nostro Paese. Dal gennaio del 2012 il Comune di Bari ha consegnato formalmente l’immobile della Chiesa al Patriarcato di Mosca, alla presenza dei rappresentanti della Federazione Russa in Italia. L’evento, tanto atteso dai fedeli russi, ha portato a numerosi festeggiamenti, tra cui il conio nel 2011 di una moneta commemorativa di 2 rubli in argento della Banca di Russia, con l’immagine della Chiesa di San Nicola.


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Nato a Bari nel 2003, vive e frequenta il Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” a Bisceglie. Si definisce un amante delle materie scientifiche, pratica il calcio amatoriale e l’attività fisica e tifa per il Milan, per il quale nutre una autentica venerazione. Ama il mare e la campagna, il buon cibo e la vita all’aria aperta. Musicalmente preferisce ascoltare brani italiani, in special modo quelli di Ultimo e Tommaso Paradiso, ma ascolta anche brani stranieri, come quelli di Shawn Mendes e Bruno Mars. Non rinuncia mai ad una serata in compagnia di amici, specie se sono quelli con i quali è facile parlare di sport ma anche di altri piaceri come quelli de la bonne vie. Desidera viaggiare e visitare in particolare le città d’arte. Scrive per esternare le sue passioni.