Le principali fonti manoscritte del Vangelo di Giovanni sono anche quelle più retrodatatate, risalenti al II-III sec.d.C. In Irlanda presso la collana Chester Beatty Library di Dublino sono conservati dieci papiri di particolare interesse. Sette di questi sono porzioni della Bibbia greca dei LXX, detta anche Septuaginta. La Bibbia dei LXX è una traduzione in greco dell’Antico Testamento, iniziata nel III secolo a.C. e ultimata verso il II secolo a.C.; questa traduzione venne eseguita dall’ebraico e dall’aramaico per gli ebrei che vivevano in Egitto, durante la prima diaspora.
Il papiro P45 è datato al 200-250 d.C. (III secolo) e fu pubblicato nel 1931. Esso contiene passi dei quattro Vangeli canonici e degli Atti degli Apostoli. Una parte del papiro si trova presso la Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna. Questo papiro P45 non è in buon stato di conservazione, ed è possibile che esso contenesse in origine altri libri, come le lettere di Paolo o altre epistole. Le pagine che si sono conservate non sono numerose, e sono danneggiate quasi per intero. Uno dei primi e più autorevoli lavori su questo papiro è stato pubblicato nel 1965 da Colwell, uno studioso inglese nel suo articolo, Method in Evaluating Scribal Habits: a Study of P45, P66, P75. Il papiro P45 è considerato da questo studio un testo fedele, e forse gli antenati di questo manoscritto appartenevano alla famiglia alessandrina.
I papiri di Bodmer sono una collezione costituita da una cinquantina di manoscritti in greco scoperta in Egitto da Bodmer nel 1955-56. La parte principale della collezione è oggi conservata presso la Biblioteca Bodmeriana di Colonia, a Ginevra fondata dallo stesso Bodmer.
Importanti ai fini dello studio del Nuovo Testamento sono i papiri P66 e P72-75 che fanno parte della stessa collezione. Il papiro P66, noto anche come Bodmer II, è un codice papiraceo in maiuscola, contenente il Vangelo di Giovanni dal Cap. 1 al 14. Oggi il P66 viene conservato in parte in Svizzera presso la Biblioteca Bodmeriana, alcuni frammenti si trovano a Dublino. La prima datazione che fu fatta lo collocava al 200 d.C. all’inizio del III secolo. Una recente ridatazione secondo alcuni studiosi ricollocherebbe la data di stesura di questo papiro al 125 d.C., comunque alla prima metà del II secolo. Contiene i cosiddetti nomina sacra, che sono delle abbreviazioni di alcuni nomi ritenuti “sacri” come Dio, Gesù, Cielo, Figlio dell’Uomo, ecc… Queste sono abbreviazioni delle parole greche theòs, kyrios, che assume il significato di “signore”. Secondo Colwell questo manoscritto è il peggiore dei tre, e presenta errori ortografici e passaggi illeggibili a causa di errori di trascrizione.
È considerato autorevole per la sua datazione, e presenta una certa affinità con il testo del Codex Vaticanus. Il papiro P75, noto anche come Bodmer XIV-XV, contiene parte dei Vangeli di Luca e Giovanni ed è in buon stato di conservazione. Acquistato nel 1955-56 da Bodmer, custodito a Colonia (Svizzera) dalla Fondazione Bodmer, la trascrizione del papiro è pubblicata nel 1961 con una riproduzione facsimile. Dal 22 Novembre 2006 il papiro si trova alla Biblioteca Apostolica Vaticana a Roma, che custodisce documenti importanti quali il Codice Vaticano B e il papiro P72 delle lettere di Pietro. P75 è datato al III sec.
Il testo del manoscritto è simile a quello del Codex Vaticanus (325 d.C. circa), anzi è il documento che concorda con quel codice. Tuttavia esistono delle differenze, perciò gli esperti concludono che il Codex Vaticanus non sarebbe una copia del P75 ma si può supporre con buona probabilità che il Vaticanus e il P75 abbiano avuto un manoscritto antenato molto antico in comune, dai quali sarebbero derivati.
Un’altra collezione importante è quella dei papiri Bodmer, tra cui è compreso il papiro P75, uno dei documenti più importanti del NT, in virtù della sua antichità e somiglianza con il testo del Codex Vaticanus e del fatto che sembra opera di un copista competente e professionale. Tra i vari papiri è considerato certamente il migliore ed il più attendibile. Esso è considerato dalla moderna critica testuale come uno dei documenti principali su cui costruire il testo del NT. Esso è il papiro tecnicamente migliore, uno dei più antichi che riporti i Vangeli di Luca e Giovanni e inoltre è quello che si accorda maggiormente al Codex Vaticanus, persino più del Codex Sinaiticus.
Tuttavia è probabile che questi documenti abbiano avuto un antenato comune, più antico del P75. Entrambi i manoscritti verrebbero ad essere quindi molto simili al testo di questo vecchio documento antenato e dal confronto del testo di B e P75 sarebbe possibile ricostruire con notevole precisione il testo dal quale sono derivati, certamente molto antico.