«”Un basso indice di criminalità, dottore” gli aveva detto lei amabilmente “è il segno più certo di una carenza di socializzazione”

(James Graham Ballard da Il condominio)

1Agnese levò, ad una ad una, le povere bestie come un mazzetto di fiori e strinse con uno spago e le consegnò in mano a Renzo; il quale se n’andò ripensando alla sua disgrazia e ruminando il discorso da fare al dottor Azzecca-garbugli. Povere bestie, legate e tenute per le zampe, a capo all’in giù … Quelle quattro teste spenzolate s’ingegnavano a beccarsi l’una con l’altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura»

(Alessandro Manzoni da I promessi sposi)

La Bulgaria diventerà, a far data dal primo gennaio 2026, il ventunesimo stato dell’Unione Europea ad adottare l’euro come moneta ufficiale, mandando in pensione il glorioso lev, che, attualmente, in regime di cambi fissi, quota con l’euro 1,94, ovvero con un euro si acquistano quasi due lev.

Questa “notiziola”, che è possibile trovare, se si fa una breve ricerca su internet, è conosciuta, all’ingrosso, dai 6 milioni e mezzo di bulgari residenti, – poco convinti del passaggio, ma il cui parere non è stato chiesto,- in questa bella repubblica balcanica, una volta membro del Patto di Varsavia e alla corte dell’Unione Sovietica, ma oggi membro della Nato, dal 2004,  e dunque alla corte degli Stati Uniti d’America.

In più, dal 2007,  stato appartenente anche all’UE.

Se si dà un’occhiata ai così detti parametri di Maastricht, la Bulgaria, secondo le stime ufficiali, per il 2025 dovrebbe presentare un rapporto deficit/PIL pari al 3% ,  quello tra debito pubblico/PIL pari, all’incirca, al 25%, con un’inflazione, trainata dai settori alimentare, ristorazione, alberghi, pari al 3,7%, stando ai dati del maggio scorso.

Quanto al reddito pro capite, il corrispettivo in lev di 1000 euro è considerato una buona retribuzione.

E questo perché la vita costa assai meno che, ad esempio, in Italia.

E’ fenomeno noto, infatti, la migrazione in questo Paese, in particolare, dei pensionati italiani che con una pensione di 1000/1200 euro vi fanno una vita dignitosa.

Varna, sul Mar Nero, è una ridente cittadina che ospita molti italiani, in fuga dalla vita costosa dell’Italia. Dove non pagavano tasse sul reddito, per effetto della Convenzione Italo-Bulgara contro la doppia tassazione. In pratica il pensionato INPS, con residenza bulgara, non pagava l’IRPEF in Italia, né alcuna imposta sul reddito nel Paese balcanico.

Tuttavia, l’INPS, di comune accordo con l’Agenzia delle entrate,  dal 2023, ha modificato l’interpretazione della Convenzione, ritenendo che condizione essenziale per la sua applicazione sia il requisito della cittadinanza e non della semplice residenza: in pratica, il pensionato italiano che abbia chiesto ed ottenuto la cittadinanza bulgara gode della tassazione zero della pensione erogata.

In passato era sufficiente la “residenza permanente”.

Se aggiungete che la Bulgaria è un Paese tranquillo e i suoi cittadini cordiali, il quadro che se ne dipinge è quello di una nazione magari non ricchissima, ma dignitosa, ambita, peraltro in crescita economica.

Farci le vacanze conviene perché la stessa capitale, Sofia, pur essendo la città più cara, ha prezzi decisamente accessibili, posti da vedere belli ed interessanti, ed è facilmente raggiungibile (in aereo da Bari in poco più di un’ora).

E allora, perché ne stiamo parlando? Per pubblicizzare la vacanza bulgara?

Certo che no, non siamo a libro paga del suo ente turismo.

Il fatto è che dal 2026, con l’entrata della Bulgaria nell’euro, temiamo che qualcosa cambierà. E purtroppo in peggio.

Ricordiamo subito l’unico vantaggio che ne trarranno i turisti e chi si sposta lì per lavoro: non dover più cambiare la moneta, perdendoci il corrispettivo delle commissioni, più salate se il cambio avviene negli aeroporti o nelle stazioni ferroviarie che non presso gli sportelli dei vari currency Exchange office, disseminati specie nel centro delle città.

Altri non me ne vengono in mente, se penso a quello che è successo all’Italia, alla Grecia, tanto per fare due esempi tristemente noti. Ricordate l’acronimo PIGS?

Il raddoppio dei prezzi in pochissimi anni, i tagli alla spesa pubblica, il saldo negativo della bilancia commerciale, la chiusura di tante fabbriche, delocalizzate e/o acquistate dagli stranieri, l’impoverimento generale, specie della classe media, la perdita di competitività, il crollo dei salari, la caduta della domanda interna, l’aumento della microcriminalità e dei conflitti sociali.

Alcuni dei fenomeni di questo terrificante elenco hanno cominciato a flagellare la nostra popolazione già a far data dal 1992 quando, “regnante il governo Amato”, fu concepita, ed attuata una manovra finanziaria di 90.000 miliardi di lire. Proprio per entrare nell’euro. Cosa che sarebbe accaduta qualche anno dopo.

A nulla valgono le obiezioni che l’Italia aveva i parametri di Maastricht assai lontani da quelli minimi previsti per entrare nell’euro.

Il fatto è che sono state le politiche restrittive in materia di deficit e debito pubblico a mettere in ginocchio l’Italia (per tacere della Grecia che deliberatamente fu affossata dalla commissione europea, dalla BCE, regnante Draghi, e dal FMI, aprendo nel Paese un lungo periodo di “macelleria sociale” come l’allora ministro delle finanze Varoufakis ha rappresentato nel prezioso libro ADULTI NELLA STANZA).

L’euro, in sostanza, non ha fatto bene a nessuno, neanche ai paesi così detti frugali del Nord Europa (mi viene in mente la Finlandia che invidiava alla confinante Svezia la sua crescita economica, mentre entro i suoi confini pativa la durezza della crisi dopo il 2008, e non solo ). Ad eccezione della Germania che ha potuto ripianare il suo enorme deficit (e conseguente debito dovuto alla riunificazione).

Quella stessa Germania che ora è in crisi e che non vede l’ora che gli altri Paesi UE, e non solo,  si mettano ad acquistare le sue armi (vi dice niente che la Von der Leyen sia tedesca?).

Temo che la Bulgaria si avvii a vivere la stessa amara esperienza.

P.S. Per i vacanzieri: fate presto: avete tempo fino a dicembre (ma i prezzi che interessano i turisti, come detto, stanno aumentando).