
«Rare sono le persone che usano la mente, poche coloro che usano il cuore e uniche coloro che usano entrambe»
(Rita Levi Montalcini)
Perché la gente ha paura del cuore? Mi sono scoperto a pormi ex abrupto (all’improvviso) questa domanda e, di nuovo, ho sorriso. Questa volta senza amarezza.
Sì, lo so, magari penserete che non è detto che sia così. Abbiamo ancora Sanremo nelle orecchie. Ci sono canzoni, film, romanzi, poesie a non finire sull’amore. Non c’è pubblicità che non lo declini. Anzi: che non se ne serva, declinandolo in tutte le salse possibili.
Tutto vero.
Eppure, io ho l’impressione che l’amore sia uno di quegli argomenti tabù di cui non si parla sul serio tra gente “per bene”. Un po’ come non si parla della morte, della sofferenza, della malattia e, se vogliamo, di Dio.
Sono argomenti “sconvenienti”.
Te lo immagini un amico o un’amica che, sorseggiando con te un caffè al bar, ti chiedesse: “Hai paura della malattia?”, “E della morte?”, “Ma tu credi in Dio?”.
Gli daremmo subito del matto o della matta.
Un po’ come, presumo, accadrebbe se, in luogo pubblico, uno si mettesse a confessare che l’amore è la stella polare della sua vita, che il succo dell’esistenza è per lui nel sentirsi amato e grato di poter riamare, che ciò che restituiamo – perché di questo si tratta: di un restituire e giammai di un originario dare… – è sempre infinitamente meno di ciò che abbiamo ricevuto, che non saremo mai in saldo, ma sempre grati e debitori, in debito di gratitudine.
Riuscite a immaginarlo? Un datore di lavoro, un amministratore, un impresario, un commerciante, un dipendente pubblico, che, invece che decantare le virtù della sua merce o delle sue azioni, ti dicesse: “Guarda, non è tanto importante ciò che faccio e ciò che ti propongo. Per me l’unica cosa che conta è che amo perché mi sento amato”.
Ecco, appunto: è probabile che gli riderebbero in faccia. Come si fa coi folli e coi pagliacci: che poi sono gli unici davanti ai quali è lecito gettare la maschera, tanto nessuno li prende sul serio.
Ma la domanda è: meglio essere presi per matti ed essere felici o apparire seri, seriosi, e vivere in miseria d’animo?
Perché la mia sensazione è proprio questa: che chi vive con la bava alla bocca, chi sgomita sempre, chi fa della competizione la propria ragion d’essere, chi accumula e accumula e non sa che dum loquimur fugit invida aetas (mentre parliamo, fugge via il tempo invidioso…), chi non si fida, chi diffida, chi fa del sospetto la sua legge, della prevaricazione la sua forza… insomma: chi non crede nell’amore, alla fine, sarà pure un uomo o una donna di successo. Ma non sarà felice. Forse è per questo che ha paura di mettere a nudo il suo cuore.
Post scriptum: che poi, chi l’ha detto che chi usa il cuore non sappia usare decentemente anche la sua testa? Vedasi la polizia belga che, in tenuta antisommossa a Bruxelles, agli agricoltori in protesta ha offerto cioccolatini invece che manganellate.
Rita Levi Montalcini: «Tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c’è logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emozioni».
Lyman Frank Baum: «Io voglio un cuore, perché il cervello non basta a farti felice, e la felicità è la cosa più bella che esista al mondo».
San Giovanni della Croce: «Alla sera della vita ciò che conta è aver amato».



























Rita Levi di Montalcini parla evidentemente degli ARTISTI: sono gli unici ad usare contemporaneamente il cuore e la mente. Ed evidentemente non si riferisce soltanto a Raffaello o a Michelangelo. Artisti con la A maiuscola ve ne sono tantissimi fra la gente comune. Basta sorprenderli “nudi”, senza le consuete maschere quotidiane….
Il cuore: non è semplice simbolo dei sentimenti, affetti, dolci attenzioni è il luogo dove nascono le azioni, le posture, i desideri e le condotte. In quel tabernacolo si sceglie la vita o la morte, si distingue il vero dal falso, dove Dio, il vero Dio, seduce ancora. Nel cuore dell’uomo c’è di tutto: radici di veleno e fasci di luce; terreni seminati di ottimo grano ed erbe pungenti e velenose.