
In vigore dallo scorso 2 gennaio
Entrata ufficialmente in vigore il 2 gennaio 2024, la legge sull’oblio oncologico è figlia di un ddl, approvato all’unanimità dal Senato a inizio dicembre, contro le discriminazioni verso chi ha avuto il cancro, e impedisce la richiesta di informazioni sulla pregressa patologia oncologica in vari ambiti: dalle procedure di adozione di minori, alla richiesta di un mutuo, dalla partecipazione a concorsi pubblici fino all’accesso ai servizi finanziari, bancari e assicurativi. Norme simili sono già in vigore in altri Stati europei quali Belgio, Francia, Portogallo, Spagna, Lussemburgo e Paesi Bassi.
Ma cos’è, esattamente, il diritto all’oblio oncologico? Sostanzialmente il diritto delle persone guarite da una patologia oncologica di non fornire informazioni né essere oggetto di indagini sulla propria pregressa condizione patologica. Alla guarigione clinica, cioè, dovrà corrispondere la possibilità di esercitare i propri diritti in condizioni di uguaglianza rispetto al resto della popolazione. Sarà il Garante per la protezione dei dati personali a vigilare sull’applicazione delle nuove norme.
Dovrà essere emanato un decreto dal Ministero della Salute entro 60 giorni per definire le modalità di certificazione dei requisiti senza oneri per l’assistito. Dopo altri 90 giorni, poi, dovrà identificare le patologie oncologiche per le quali si applicano termini inferiori.
Le informazioni sul nostro stato di salute non potranno così riguardare le patologie oncologiche, trascorsi 10 anni dalla fine del trattamento terapeutico, in assenza di recidive o ricadute, o 5 anni se la patologia è insorta prima del compimento del 21esimo anno di età.



























