
Il nuovo magnete costruito dallo stabilimento spezzino, Asg Superconductors, più che scoperta, è un’incredibile invenzione made in Italy
Se qualcuno dei miei venticinque lettori avesse una formazione scientifica, probabilmente avrebbe molto da obiettare su queste righe. La scoperta, però, è così sbalorditiva che chi vi scrive ha deciso, in ogni caso, di avventurarsi in spiegazioni tecniche che, ripeto, potrebbero lasciare il tempo che trovano. Se qualcuno dei miei venticinque lettori fosse grammaticalmente puntiglioso (aspetto non trascurabile per uno pseudo scrittore) mi farebbe, giustamente, notare che il nuovo magnete costruito dallo stabilimento spezzino, Asg Superconductors, più che scoperta, è un’incredibile invenzione made in Italy.
Il componente, sofisticato in ogni suo dettaglio, è alto 14 metri, largo 9 e pesa oltre 300 tonnellate, una struttura imponente che dovrebbe consentire, agli esperti di Cadarache, nella Francia meridionale, la costruzione di “Iter”, il più grande reattore nucleare al Mondo. Dei diciotto prototipi in programma, nove saranno testati a La Spezia e l’altra metà, addirittura, in Giappone.
Gli imponenti superconduttori serviranno a confinare il plasma incandescente dell’impianto fino ad una temperatura di 150 milioni centigradi, generando un campo magnetico di un milione di volte superiore a quello della Terra e sprigionando un’energia più potente di quella necessaria per il loro funzionamento, un’energia pulita e pronta per l’utilizzo.
La data per la prima sperimentazione della fusione nucleare attraverso il reattore Iter dovrebbe aggirarsi intorno al 2025, una scadenza che, secondo il Direttore Generale Iter, Bernard Bigot, “i 35 Paesi coinvolti avevano anticipato al corrente anno per l’accensione del plasma.”
Sulla stessa lunghezza d’onda il Presidente di Asg Superconductors, Davide Malacalza: “Siamo molto orgogliosi noi e tutti quelli che hanno lavorato per costruirlo: il capo della produzione quando per la prima volta ha mosso questa bobina ha avuto la pelle d’oca. Ci sono voluti cinque anni per realizzare il prototipo.”
Un prototipo che ora conoscono anche i miei venticinque lettori.
 
			 
		