La preziosa testimonianza degli scritti della 97enne artista Maria Picardi Coliac

Ore 18 di un caldo pomeriggio di giugno. Suono il campanello dell’abitazione della maestra Maria Picardi Coliac. Non ero mai stata nella sua casa così vicina all’idea di museo! Mi accoglie con calore prima la sua famiglia poi si avvicina la protagonista indiscussa di questo articolo, la signora Maria detta affettuosamente Mimma che con gentilezza e curiosità mi invita ad accomodarmi nel suo salotto. Sono emozionata e guardandomi intorno percepisco una straordinaria energia provenire dai numerosi quadri esposti che riempiono tutte le pareti dell’ambiente. Dopo aver mangiato un cioccolatino di benvenuto mi sento subito a casa e avverto il grande entusiasmo della maestra nel volermi mostrare la sua ricca produzione artistica. Facciamo insieme un giro del suo studio così perfettamente integrato nella casa e mi affascina scoprire quanta sperimentazione abbia contraddistinto in tanti anni i lavori dell’artista. Si è detto tanto, a ragione, della sua forte personalità creativa sin da bambina,  innamorata di colori, matite e pennelli più che delle bambole, di giovane donna indipendente e caparbiamente innamorata dell’arte tutta ma soprattutto della pittura ad olio. Donna  colta, curiosa, madre e nonna attenta e affettuosa che ha fatto un passo indietro sacrificando la sua passione per la famiglia, poetessa delicata e abile scrittrice e scultrice. Alla giovane talentuosa Maria, libera e appassionata, non era socialmente consentito “scegliere” di essere un’artista a causa di un’incombente ombra maschilista che ahimè echeggia ancora oggi seppur mascherata da sedicenti quote di color rosa di dubbia e difficile efficacia.

In questo articolo al centro dell’attenzione vi è un aspetto altrettanto importante nella sua vita che rappresenta oggi uno strumento potente per tutti noi che abbiamo la grande fortuna di conoscerla. È lei l’ultima autentica testimone ancora in vita di un pezzo di storia dell’arte che possiamo senza dubbio individuare nella ricerca della liberta stilistica del periodo a cavallo tra il Pre Impressionismo e Impressionismo,  periodo del quale Barletta possiede una ricchissima collezione opera di uno dei maggiori rappresentanti di questa corrente artistica, il maestro Giuseppe De Nittis,  presso l’omonima Pinacoteca di Barletta.

Due ore volate così velocemente che non scorderò più. Ho avuto l’onore e il grandissimo piacere di scoprire dipinti, tanti non incorniciati ma gelosamente custoditi in grandi copertine di cartoncino firmato, ceramiche, statue e molto altro ancora. Tornando in salotto ricevo dalle sue mani testi di poesie, ricerche, studi e scritti vari che ho quasi timore nel toccare. Maria Picardi Coliac è un prezioso scrigno davanti a me ed è doveroso parlare con i suoi occhi a chiunque voglia conoscere un importante fetta della nostra  storia.  La mia visita giunge al termine con un abbraccio, occhi languidi di entusiasmante umanità e sensibilità per l’Arte ed una promessa. Iniziamo.

Nel 1999 Maria Picardi scriveva: “La storia della pittura in Puglia e parallelamente la storia della pittura a Barletta è povera di documenti e la maggioranza degli artisti locali che operano nell’arco dei tempi, è pressoché dimenticata. Si ha la consuetudine di ritenere la pittura pugliese parte integrante di quella napoletana …l’assenza di istituti d’arte e di università, un mercato artistico quasi inesistente, un mecenatismo modesto provocarono una continua emigrazione dei talenti migliori nei centri d’arte. Napoli fu il punto di riferimento principale poiché sede di una prestigiosa Università e di un Istituto delle Belle Arti all’avanguardia, per affrontare una concreta carriera, alcuni passarono da Napoli a Roma e poi a Firenze, a Milano a Parigi e a Londra”.

Per imbatterci nella documentazione dell’operato d’artisti pugliesi d’alto respiro internazionale, dobbiamo affacciarci all’Ottocento, secolo di grande esaltazione culturale che toccò anche il nostro territorio affascinato da quanto si andava sviluppando in Europa.

Tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento impera, in ambito culturale, il fenomeno internazionale del Neoclassicismo. Questo movimento artistico culturale si esprimeva in un rigorismo accademico in nome dei canoni eterni della bellezza di ispirazione Classica.

La ribellione dell’arte a questo egualitario dominio portò gli artisti delle diverse nazioni e regioni a cercare un linguaggio nuovo, una originale modernità di visione scavando nelle tradizioni locali. In molte regioni persino in città e paesi sorsero movimenti culturali trasversali che accomunarono artisti di provenienza e sensibilità diverse:

In Lombardia gli Scapigliati; in Toscana i Macchiaioli; in Campania la Scuola di Posillipo e quella di Resina;in Piemonte il clan dei Fontanesi; in Liguria la Scuola di Rivara e tanti altri movimenti minori.

Anche nel nostro meridione il movimento fu così vivo da divenire un fervido terreno di cultura che favorirà la ricchezza di talenti pittorici nati nella nostra Puglia.

Alcuni operarono e si fermarono nelle loro città, altri emigrarono per una più concreta ed esaltante carriera pur mantenendo contatti con il luogo natìo tramite le famiglie e le committenze provenienti dall’alta borghesia e il clero.

Foggia esprime la nobile figura di SAVERIO ALTAMURA ed intorno a lui sensibili sono le personalità del Parisi, Dattoli, Tarantino e De Nigris.

Trani s’impone con l’operato di ANTONIO PICCINNI, Biagio Molinari, Giusepe Giuliano. A Santeramo la magica produzione di FRANCESCO NETTI. Lecce è toccata dalle splendide figure di GIOACCHINO TOMA e di GIUSEPPE CASCIARO mentre intorno aloro si fanno spazio nel Salento Sidoti, Scorrano, Giannelli, Stasi. Terlizzi è una fucina di artisti come De Lucia, Paloscia, Prisciandaro. Bisceglie con De Magno. Monopoli con Ignazio Perricci. A Fasano i due Bianco Tommaso e Beniamino.

Bari, capoluogo di provincia, si rivela una città sorprendentemente povera di artisti. Vi manca una personalità di rilievo nazionale comunque esprime la prima donna pittrice, Maria Mundo con i suoi ritratti e composizione di frutta e fiori.

Ma dovendo indicare la città guida per la pittura dell’Ottocento in Puglia, senza esitazione si sceglie Barletta, centro culturale particolarmente vivace che, a partire dall’ultimo Settecento e per tutto il corso dell’Ottocento, fu una piccola fucina di talenti. Inoltre, Barletta si contraddistingue tra tutte le altre città di Puglia per il mecenatismo dei suoi artisti.

Infatti, sull’esempio della generosa ed inaspettata donazione di Leontine  Gruvelle  De Nittis, che nel 1913 volle fortemente lasciare a Barletta città natale del marito ben 171 opere dell’Artista, anche gli altri pittori barlettani vollero donare alla loro città parti importanti delle loro collezioni.

Queste donazioni nel 1902 diedero vita ad uno dei più ricchi musei Pugliesi, particolarmente fornito nel campo della pittura dell’Ottocento meridionale e con la punta assoluta raggiunta nelle opere De Nittis.

Cronologicamente si elencano i nomi degli artisti più significativi che nacquero ed operarono a Barletta in questo meraviglioso secolo.

BENIAMINO DE FRANCESCO 1807-1869

GIOVANNI BATTISTA CALO’ 1832-1895

GEREMIA DI SCANNO 1839-1907

GIUSEPPE DE NITTIS 1846-1884

VINCENZO DE STEFANO 1861-1942

GIUSEPPE GABBIANI 1862 1939

RAFFAELE GIRONDI 1873 -1911

Un ruolo essenziale, aggregante fra i vari pittori di Barletta lo ebbe G. B. Calò, il primo maestro di Giuseppe de Nittis e di tutta una generazione di giovani barlettani tra cui V. De Stefano, G. Gabbiani e R. Girondi.

Molti promettenti talenti delle città limitrofe vollero frequentare il suo laboratorio d’arte certi del valido insegnamento che ne avrebbero tratto.

Al prossimo approfondimento!

***

*Curiosità. Il Teatro Giuseppe Curci di Barletta, intitolato al celebre direttore d’orchestra barlettano, fu impreziosito da G. B. Calò attraverso la realizzazione dell’ imponente affresco sul soffitto  intitolato “Aurora” (raffigurante il Carro guidato da Apollo)  e dei due bellissimi dipinti sui sipari dai titoli “Disfida di Barletta” e “Parnaso”.

 


FonteFoto credits: Rosa Anna Delvecchio
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Visionaria e curiosa mi piace guardare oltre, scrutare ogni possibilità che possa arricchirmi di conoscenza. Una laurea in Lingue, studi in Marketing e Destination Management, da sempre appassionata d’arte, felice autodidatta in pittura a olio, master in Mediazione Culturale Museale, specializzata nella progettazione di Servizi Educativi e didattici per musei e istituti scolastici di ogni ordine e grado, ideatrice e curatrice di progetti artistici, curatrice di mostre d’arte presso Duomo40 Spazio d’Arte e Design a Barletta, con una profonda passione per ciò che emoziona perché arriva dalla pancia e dall’inconscio! L’emozione non può essere ragionata! Mamma curiosa e iperattiva di due gioielli e di un pelosetto scuro, non posso fare a meno di documentarmi, cercare, viaggiare, scoprire e confrontarmi con menti altrettanto sensibili e curiose per arricchirmi egoisticamente! Convinta da sempre che essere gentili faccia vivere meglio e renda gli animi leggeri, lo consiglio sempre a tutti!