
Festa di memoria e radici
Se ci tenete a far sapere senza problemi che non festeggerete il 25 aprile, è perché, grazie a questo giorno, lo state già festeggiando. Salvini una volta diceva che gli immigrati ci rubano il lavoro, ora dice che vengono qua a non fare niente. Che in effetti equivale a rubare il lavoro di Salvini.
Nonostante ci siamo liberati dall’occupazione straniera, avvertiamo, spesso, il bisogno di cambiare aria. La dilagante esterofilia che contamina i giovani (scevra da necessità lavorative o da brevi e formative esperienze adolescenziali) costringe tutti noi a definirci in negativo.
Non sappiamo chi siamo, sappiamo, però, chi non siamo. Viaggiamo senza meta, lasciandoci alle spalle rapporti sterili, fugaci dispersioni che non conducono ad alcun obiettivo. Non siamo italiani, non siamo francesi, non siamo spagnoli, non siamo tedeschi. Ci definiscono “cittadini del Mondo” e noi, tonti, ci illudiamo sia un complimento.
Anch’io, accecato da ingannevoli bagliori, ho trascorso anni a sognare isole lontane, a desiderare un’America che, in fondo, è solo la proiezione positiva delle nostre aspirazioni. Sotto molti aspetti resto infantile ed inesperto, ma da un punto di vista credo di essere cresciuto.
Oggi, infatti, ho capito quanto sia importante apprezzare le proprie radici, ho capito che non c’è nulla di più bello della propria famiglia, i propri amici, le proprie abitudini. Oggi ho capito che la mia America è Andria e quanto sia vitale avere accanto persone che parlano la tua stessa lingua, quelle da chiamare in un giorno come questo, quelle da baciare in un giorno di festa, quelle a cui poter dire: Buon 25 Aprile!



























