Smiling black transgender model with dyed hair wearing pink dress and accessory standing near blue background with hands on waist during photo shoot

Stereotipi cromatici

Spesso il gender gap si evidenzia anche per questioni cromatiche.

Già dal nome la “tassa rosa”, ad esempio, si possono identificare certi comportamenti “economici” legati ad un marketing basato su stereotipi, con conseguenze gravi nel quotidiano, cavalcate, purtroppo, con dolo, dall’industria.

Citando il celebre “pink suit”, l’abito rosa indossato da Jay Gatsby ne “Il grande Gatsby”, si può capire come, fino al secolo scorso, il rosa fosse un colore prettamente maschile.

In un’edizione del 1918 dell’Earnshaw’s Infants’ Department si legge:

La regola generalmente accettata è rosa per i maschi e blu per le femmine. La ragione sta nel fatto che il rosa, essendo un colore più deciso e forte, risulta più adatto al maschio, mentre il blu, che è più delicato e grazioso, risulta migliore per le femmine“.

Il cambiamento non è dovuto, però, a naturali trasformazioni di gusto ma ad un’evoluzione del mercato interessato a creare due segmenti netti e identificabili.

La pink tax è, quindi, connaturata al meccanismo consumistico al quale ci siamo inconsapevolmente arresi, accettando, per decenni, stereotipi superficiali, che, solo di recente, abbiamo iniziato a contestare.


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