Di quando ero più piccolo, un pre-adolescente e poi un adolescente, ricordo i lunghi pomeriggi passati assieme ai miei amici in giro per Andria a non sapere che fare. Era quello il momento del “cià s mouv è na fogghij”.

Mi sveglio con l’adagio delle foglie Che dolcemente cadono sfinite:
Non fanno gran rumore di tristezza, Se vanno finalmente a riposare,

Ad impregnar la terra per la vita
Nella stagione volta a cromature,
Col sole che gli resta a capo chino
E il picchio si scalpelli un nuovo nido.

E si risveglia il tempo con la bruma:
Caligine del cielo che riporta,
I voli degli uccelli migratori,

In su le vigne e gli oliveti a frutto,
Pria che il tutto arrivi nel palmento
E la Natura torni a rilassarsi…

Margherita di Savoia 16/10/25


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Salvatore Memeo è nato a San Ferdinando di Puglia nel 1938. Si è diplomato in ragioneria, ma non ha mai praticato la professione. Ha scritto articoli di attualità su diversi giornali, sia in Italia che in Germania. Come poeta ha scritto e pubblicato tre libri con Levante Editori: La Bolgia, Il vento e la spiga, L’epilogo. A due mani, con un sacerdote di Bisceglie, don Francesco Dell’Orco, ha scritto due volumi: 366 Giorni con il Venerabile don Pasquale Uva (ed. Rotas) e Per conoscere Gesù e crescere nel discepolato (ed. La Nuova Mezzina). Su questi due ultimi libri ha curato solo la parte della poesia. Come scrittore ha pronto per la stampa diversi scritti tra i quali, due libri di novelle: Con gli occhi del senno e Non sperando il meglio… È stato Chef e Ristoratore in diversi Stati europei. Attualmente è in pensione e vive a San Ferdinando di Puglia.

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