
1 – Brothers in arms
Da più di vent’anni Mark Knopfler torna sulla bellissima “Brothers in arms” (memorabile l’esecuzione del 1988 in onore di Nelson Mandela).
“Fratelli in armi” è un solenne e potente inno pacifista. M. Knopfler riesce in forme sempre nuove a strappare alla sua chitarra note strazianti che assomigliano molto al sibilo e al fragore delle armi.
La canzone parla di una delle tante guerre dimenticate, avvenuta nel 1982, a cui non sappiamo nemmeno quale nome dare: la contesa riguardò un piccolo arcipelago vicino alle coste dell’Argentina. Gli Argentini chiamano quelle isole Malvinas, gli Inglesi Falkland: vinsero gli Inglesi.
“Queste montagne avvolte nella nebbia sono la mia casa ora. Ma la mia vera casa sono e saranno sempre le Lowlands. Un giorno tornerete alle vostre valli e alle vostre fattorie e non arderete più dal desiderio di essere Fratelli in armi.
In mezzo a queste distese di distruzione, in mezzo a questi battesimi di fuoco, sono stato testimone del vostro dolore man mano che la battaglia infuriava: anche se mi hanno ferito gravemente voi non mi avete abbandonato, Fratelli in armi”.
Come Ungaretti, Mark Knopfler spinge poi all’estremo la riflessione sulla vita e sugli umani proprio di fronte alla guerra portatrice di morte.
“There’s so many different worlds
So many different suns
We have just one world
But we live in different ones”.
“Esistono tanti mondi diversi, tanti soli diversi. Noi abbiamo un mondo solo, anche se viviamo in mondi diversi”.
Nei Parerga e Paralipomena, Arthur Schopenhauer scrive la stessa cosa: ”Nonostante tutti facciano parte dello stesso ambiente, ognuno vive in un mondo diverso”. Questo perché per l’essere umano “è in se stesso, prima che in ogni altra cosa, che risiede il suo benessere o la sua infelicità; tutto ciò che è posto all’esterno non ha che un’influenza indiretta su di lui”.
E ancora: ”Ogni fatto presente è composto di due metà: il soggetto e l’oggetto. Di fronte ad una realtà oggettiva identica e una metà soggettiva differente, o viceversa, la realtà presente sarà tutt’altra”.
La conclusione a cui giunge Schopenhauer è, diremmo, piuttosto egocentrica:
”L’unica cosa che possiamo fare è impiegare la personalità, così come ci è stata donata, a nostro maggior profitto; ciò significa coltivare unicamente le aspirazioni che le si confanno … e scegliere quindi lo stato, l’occupazione e il genere di vita che più le convengono”.
Il soldato al fronte di Mark Knopfler giunge ad una conclusione superiore:
“Il sole è andato al diavolo, la luna sta sorgendo. Lascia che ti dica addio. Ogni essere umano deve per forza morire. Ma è scritto nella luce delle stelle, è scritto in ogni linea del palmo della mano, siamo dei pazzi a fare la guerra contro i nostri fratelli in armi”.
We are fools to make war on our brothers in arms!
bellissimo spunto di riflessione!
“Noi abbiamo un mondo solo, anche se viviamo in mondi diversi”. Bellissimo e importante pensiero che condivido pienamente, ritengo infatti che la diversità ci rende unici e allo stesso tempo ci arricchisce. Conoscere l’altro che è diverso da me, deve essere sempre motivo di confronto e di condivisione, mai di scontro e divisione. Molto spesso e soprattutto di frequente, avviene che a causa della diversità insorgono i conflitti e le guerre.