
L’undicesima giornata di serie A ha continuato a regalarci spettacolo ma anche polemiche
Juventus e Inter continuano a vincere, la Roma, invece, balza al terzo posto grazie al successo casalingo contro il Napoli.
Vince e convince anche la Lazio, mentre continua a stupire il Cagliari di Maran che batte l’ Atalanta e consolida il quinto posto in classifica.
Crisi senza fine per Torino e Milan.
La Roma batte il Napoli in una sfida spettacolare condita da goal, rigori e legni colpiti.
A sbloccare la gara ci pensa Zaniolo con un gran tiro all’ incrocio dei pali. Pochi minuti dopo, i giallorossi sprecano l’occasione per chiudere il match fallendo un calcio di rigore con Kolarov.
Nella ripresa gli uomini di Fonseca continuano ad esprimere un gran calcio e concretizzano il secondo rigore di giornata con Veretout.
Il Napoli accorcia le distanze con Milik, ma non basta per evitare la sconfitta.
L’Inter, seppur stanca, batte il Bologna e resta in scia alla Juventus.
Ci pensa il solito Lukaku a ribaltare l’iniziale vantaggio bolognese con Soriano.
L’attaccante belga sigla la rete del pareggio e nel finale trasforma il penalty che vale tre punti.
Il “derby della Mole” va alla Juventus.
L’uomo della partita è certamente De Ligt: nel primo tempo è protagonista in negativo per un fallo di mano in area bianconera non ravvisato dall’arbitro e dalla Var, mentre nella ripresa sigla la rete del vantaggio su assist di Higuain.
Scivolone Atalanta, che sotto la pioggia battente di Bergamo si fa superare 0-2 dal Cagliari.
Partono bene gli ospiti, mettendo in difficoltà gli uomini di Gasperini e trovando anche il vantaggio al 32′ grazie all’autogol ‘combinato’ tra Palomino e Pasalic, da assegnare però a quest’ultimo. Non solo, perché sul finire del primo tempo i bergamaschi si complicano ancora di più la vita rimanendo in dieci uomini per l’espulsione di Ilicic, reo di aver colpito Lykogiannis con un calcio a gioco fermo, dopo una sbracciata del giocatore rossoblù. Nella ripresa passano tredici minuti ed è raddoppio Cagliari: Oliva finalizza in rete uno scambio con Simeone e mette la sigla su un risultato che non cambierà più.
La rete numero 100 di Ciro Immobile in biancoceleste e lo spunto finale di Correa permettono alla Lazio di tornare a vincere a San Siro, contro il Milan, dopo trent’anni senza successi.
Inutile l’autorete di Bastos che aveva permesso ai rossoneri di recuperare l’iniziale svantaggio.
La Fiorentina impatta contro il Parma: al Franchi termina 1-1.
I Viola, non brillanti nel gioco e penalizzati dalle squalifiche di Ribery e Pezzella, passano in svantaggio a causa del goal di Gervinho.
Nella ripresa i padroni di casa spingono alla ricerca del disperato goal del pareggio che arriva con il solito Castrovilli al sessantasettesimo.
Vince ancora il Verona contro il Brescia per 2-1, ma perde il Bentegodi che rovina la festa dei gialloblù con insulti insensati e ululati razzisti all’indirizzo di Mario Balotelli, che al nono della ripresa minaccia di lasciare il campo e scaglia il pallone verso la tribuna.
Dopo quattro minuti di sospensione, la partita riprende e regala tre goal:
a segno Salcedo, Pessina e Balotelli.
Colpaccio dell’Udinese che, dopo due pesanti sconfitte contro Atalanta e Roma, espugna Marassi battendo il Genoa di Thiago Motta.
Pandev illude i rossoblù, ma De Paul, Sema e Lasagna regalano all’Udinese tre punti pesantissimi in chiave salvezza.
Termina in parità l’altro match salvezza tra Lecce e Sassuolo.
La squadra di Liverani passa per due volte in vantaggio con Lapadula e Falco, ma puntualmente si fa riprendere da Toljan e Berardi.
Un punto che non soddisfa nessuno e che mette a serio rischio le panchine di Liverani e De Zerbi.
Infine, nel posticipo del lunedì arriva la prima vittoria di mister Ranieri sulla panchina della Samp.
I blucerchiati sbancano il Paolo Mazza di Ferrara battendo 0-1 la Spal, grazie alla rete in pieno recupero di Caprari.

























Bene, obiettivo e preciso. VARgogna come titolo? Si, ci può stare. Ma citarne l’assonanza nell’intero testo solo quando si parla della Juve, peraltro in un caso ormai chiarito come non punibile, risulta mortificante e poco obiettivo.