cropped view of fingers with condom isolated on blue, contraception concept

Il silenzio culturale sulla Nonconsensual Condom‑Use Deception

Il consenso sessuale, da tempo al centro di dibattiti pubblici e giuridici, viene spesso trattato come un sì o un no, una dichiarazione netta e circoscritta nel tempo. Ma le ricerche scientifiche più recenti raccontano una realtà molto più complessa, fatta di zone grigie, cambiamenti in itinere e condizioni che, se tradite, trasformano quel consenso iniziale in un inganno. Il caso dello stealthing, ovvero la rimozione non consensuale del preservativo durante un rapporto sessuale, ne è un esempio lampante, ma è solo uno tra molti.

Studi pubblicati su PubMed dimostrano che si tratta di un fenomeno tutt’altro che raro. Una revisione rapida, intitolata Nonconsensual Condom‑Use Deception, ha rilevato che oltre il 10% delle donne intervistate in campioni internazionali ha subito una qualche forma di inganno riguardo all’uso del preservativo. Le modalità variano: dalla rimozione del condom senza informare la partner, al danneggiamento volontario dello stesso, fino alla resistenza subdola all’uso, pur promettendolo. Questi atti non si limitano a creare disagio o sfiducia, ma compromettono la libertà e l’autodeterminazione sessuale della persona coinvolta, e in alcuni casi configurano vere e proprie aggressioni, anche se non ancora riconosciute come tali in tutti i sistemi legali. Una seconda revisione, pubblicata sempre su PubMed con il titolo A Scoping Review of Nonconsensual Condom Removal (“Stealthing”) Research, mostra quanto possa variare la percezione del fenomeno in base al genere e al contesto. Le vittime, soprattutto donne e uomini che hanno rapporti con uomini, parlano di un forte senso di tradimento, di abuso, ma anche di difficoltà nel riconoscere l’episodio come violenza, almeno in senso legale. In molti casi, infatti, ciò che viene meno è il consenso informato. Non si tratta solo di aver detto sì all’atto sessuale in sé, ma di averlo fatto sulla base di alcune condizioni: la presenza di protezione, la volontà di evitare gravidanze, la fiducia che l’altro non stia mentendo. Quando queste condizioni vengono violate, il sì perde di valore. Il consenso, così, non può più essere considerato valido. L’inganno sessuale, per quanto difficile da dimostrare, ha effetti tangibili sulla salute fisica e psicologica delle persone coinvolte. Si possono trasmettere malattie sessualmente trasmissibili, si possono verificare gravidanze indesiderate, si può creare un danno emotivo profondo e duraturo. Tuttavia, nelle aule dei tribunali il tema resta ambiguo. In Italia, la legge sul reato di violenza sessuale (art. 609-bis c.p.) richiede la presenza di violenza, minaccia, abuso di autorità o inganno, ma la giurisprudenza tende a considerare l’inganno solo se è particolarmente grave o idoneo a viziarne radicalmente la volontà. Eppure, numerosi studi internazionali sostengono che anche l’inganno riguardo alla protezione sessuale rientra tra le forme di coercizione riproduttiva.

L’esempio spesso non considerato è quello dell’uomo che subisce un inganno contraccettivo da parte della partner. Ci sono casi in cui una donna dichiara di assumere la pillola ma non lo fa, con l’obiettivo, dichiarato o meno, di rimanere incinta senza che il partner ne sia consapevole. Anche qui si verifica una violazione simile allo stealthing, ma con ruoli invertiti. Anche in questo caso il consenso è condizionato: si dà per scontato che ci sia protezione, quando in realtà viene meno. Tuttavia, questo tipo di abuso è ancora meno studiato e difficilmente riconosciuto, persino nel dibattito accademico. Le ricerche sulla reproductive coercion, ovvero la coercizione riproduttiva, iniziano solo oggi a includere anche le vittime di sesso maschile, e lo fanno con cautela, a fronte di una cultura ancora dominata da stereotipi di genere che vedono l’uomo come soggetto attivo, mai vittima. Quello che emerge con forza da tutta la letteratura scientifica è che il consenso non può essere considerato un atto unico e statico. È un processo che si costruisce in base alle informazioni, alle intenzioni, al rispetto reciproco. Se uno dei due partner cambia intenzionalmente le regole del gioco senza dirlo all’altro, allora quella scelta diventa una forma di inganno.


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Yuleisy Cruz Lezcano nata a Cuba, vive a Marzabotto, Bologna. Lavora nella sanità pubblica, laureata in scienze biologiche e con una seconda laurea magistrale in scienze infermieristiche e ostetricia, presso l’Università di Bologna. Ha pubblicato diciotto libri a seguito di riconoscimenti e premi in concorsi. Due dei libri pubblicati sono in spagnolo/italiano e il penultimo in spagnolo/ portoghese è stato pubblicato in Portogallo. Si occupa di traduzioni in spagnolo, facendo conoscere poeti italiani in diverse riviste della Spagna e del Sudamerica e, in modo reciproco, facendo conoscere poeti sudamericani e spagnoli in Italia. Collabora con blogs letterari italiani, di America Latina e di Spagna. La sua poesia italiana è stata tradotta in francese, spagnolo, portoghese, inglese, albanese.

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